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Il nostro Sommo Sacerdote


Testo di Martin Lutero

Ma venuto Cristo, sommo sacerdote dei beni futuri, egli, attraverso un tabernacolo più grande e più perfetto, non fatto da mano d'uomo, cioè, non di questa creazione, è entrato una volta per sempre nel luogo santissimo, non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue. Così ci ha acquistato una redenzione eterna. Infatti, se il sangue di capri, di tori e la cenere di una giovenca sparsa su quelli che sono contaminati, li santificano, in modo da procurare la purezza della carne, quanto più il sangue di Cristo, che mediante lo Spirito eterno offrì se stesso puro di ogni colpa a Dio, purificherà la nostra coscienza dalle opere morte per servire il Dio vivente! Per questo egli è mediatore di un nuovo patto. La sua morte è avvenuta per redimere dalle trasgressioni commesse sotto il primo patto, affinché i chiamati ricevano l'eterna eredità promessa.”

Ebrei 9:11-15

Dobbiamo avere comprensione di praticamente tutta la Lettera agli Ebrei prima di poter sperare di rendere chiaro per noi il testo sopra citato. In breve, la lettera tratta di un doppio sacerdozio. L’antico sacerdozio era materiale, con decorazioni materiali, tabernacolo, sacrifici e perdono in rituali; i materiali erano tutti i suoi compromessi. Il nuovo ordine è un sacerdozio spirituale, con decorazioni spirituali, tabernacolo spirituale e sacrifici – spirituali in tutto ciò che li riguarda. Cristo, nell’esercizio del Suo officio sacerdotale, nel sacrificio sulla croce, non fu adornato di seta e oro e pietre preziose, ma si amore divino, sapienza, pazienza, obbedienza e ogni virtù. Il suo decoro non era apparente a nessuno, eccetto che a Dio e a i possessori dello Spirito, essendo spirituale.

Cristo non sacrificò capre, vitelli o uccelli, né pane, né sangue e carne di qualsiasi animale, come Aaronne e la sua discendenza. Cristo offrì il Suo corpo e il Suo sangue, in un sacrificio spirituale, poiché avvenne attraverso lo Spirito Santo, come affermato qui. Nonostante il corpo e il sangue di Cristo fossero visibili come ogni altro oggetto materiale, il fatto che Egli si fosse offerto come sacrificio non era apparente. Non era un sacrificio visibile, come nel caso delle offerte nelle mani di Aaronne. La capra o il vitello, carne e sangue, erano sacrifici materiali visibilmente offerti e riconosciuti come sacrifici. Ma Cristo si offrì nel Suo cuore davanti a Dio. Il Suo sacrificio non era percettibile a nessun mortale. Pertanto, la Sua carne e il Suo sangue corporei sono diventati un sacrificio spirituale. Vale lo stesso per noi, i cristiani, posterità di Cristo, nostro Aaronne (Ro 12:1). Anche la nostra offerta è un sacrificio spirituale, poiché la facciamo in spirito, ed è contemplata solamente da Dio.

Ancora una volta, nel nuovo ordine, il tabernacolo, o casa, è ora spirituale; poiché è il cielo, o la presenza di Dio. Cristo fu appeso ad una croce; non fu offerto in un tempio. Fu offerto davanti agli occhi di Dio, ed è là che Egli permane. La croce è un altare in senso spirituale. La croce materiale era di fatto visibile, ma nessuno la conosceva come altare di Cristo. Ancora una volta, la Sua preghiera, il Suo sangue sparso, il Suo incenso bruciato, erano tutti spirituali, essendo tutti realizzati dal Suo Spirito.

Di conseguenza, il frutto e la benedizione del Suo officio e sacrificio, il perdono dei peccati e la nostra giustificazione sono, allo stesso modo, spirituali. Nell’Antica Alleanza, il sacerdote, con i suoi sacrifici e spargimenti di sangue, effettuava un’assoluzione esterna, o perdono, corrispondente allo stato iniziale del popolo. Il destinatario era autorizzato a muoversi liberamente tra la gente; era esternamente santo e come chiunque altro liberato dalla scomunica. Chi non riusciva ad ottenere l’assoluzione del sacerdote era profano, gli era proibito essere membro della congregazione ed usufruire dei suoi privilegi; sotto ogni aspetto, era separato come chi è scomunicato al giorno d’oggi.

Ma questa assoluzione non rese nessuno interiormente santo e giusto di fronte a Dio. Qualcos’altro era necessario per garantire il vero perdono. Era lo stesso principio che governa la disciplina della chiesa oggi. Chi non ha ricevuto più della remissione o assoluzione del giudizio ecclesiastico certamente rimarrà sempre fuori dal cielo. D’altra parte, chi è scomunicato dalla comunione della Chiesa è condannato all’inferno solo quando la sentenza è confermata in un tribunale superiore. Non posso fare una comparazione migliore del dire che era lo stesso nell’antico sacerdozio giudaico e nel sacerdozio papale di oggi che, con la sua perdizione e vincoli, può proibire o permettere solo la comunione esterna tra i cristiani. È vero che Dio esigeva tali mezzi al tempo della dispensazione giudaica, perché potesse contenere le paure;

Ma con il sacerdozio di Cristo ci sono remissione, santificazione e assoluzione spirituali vere. Questo vale per Dio – Dio concede che questo sia vero per noi – se siamo scomunicati esternamente, o santi, o no. Il sangue di Cristo ha ottenuto per noi il perdono sempre accettato da Dio. Dio perdonerà i nostri peccati per questo sangue finché varrà la Sua intercessione per grazia in nostro favore, cioè per sempre. Pertanto, siamo eternamente santi e benedetti davanti a Dio. Questa è la sostanza del testo. Ora che ci è più facile comprenderlo, consideriamo brevemente il testo:

“Ma venuto Cristo, sommo sacerdote dei beni futuri…” Eb 9:11°

La decorazione di Aaronne e dei suoi discendenti, i sommi sacerdoti, era di natura materiale, e ottenevano per il popolo una remissione meramente formale dei peccati, realizzando il proprio ufficio in un tempio o un tabernacolo visibile. Era evidente agli uomini che la propria assoluzione e santificazione di fronte alla congregazione era una benedizione temporale confinata al presente. Ma quando Cristo venne in croce, nessuno Lo vide quando fu d’innanzi a Dio nello Spirito Santo, adornato di ogni grazia e virtù, un vero Sommo Sacerdote. Le benedizioni da Lui prodotte non sono temporali – non è un perdono meramente formale – ma “benedizioni future”; ovvero, benedizioni spirituali ed eterne. Paolo parla di queste come benedizioni future, non perché dobbiamo aspettare la vita futura per avere il perdono e tutte le benedizioni della grazia divina, ma perché adesso possiamo possederle solo mediante la fede. Sono ancora occulte, e saranno rivelate nella vita futura. Ancora una volta, le benedizioni che teniamo in Cristo furono, dal punto di vista del sacerdozio dell’Antico Testamento, benedizioni per l’avvenire.

“(…) attraverso un tabernacolo più grande e più perfetto, non fatto da mano d'uomo, cioè, non di questa creazione” Eb 9:11b

L’apostolo non nomina il tabernacolo di cui sta parlando; tanto distinta è la sua natura! Esiste solo agli occhi di Dio ed è nostro per fede, verrà rivelato in futuro. Non è fatto da mani, come il tabernacolo giudaico; in altre parole, non è un “edificio”. L’antico tabernacolo, come tutti gli edifici della stessa natura, erano necessariamente fatti di legno e altri materiali temporali creati da Dio. Dio lo dice in Isaia 66:1-2:

Così parla il SIGNORE: «Il cielo è il mio trono e la terra è lo sgabello dei miei piedi; quale casa potreste costruirmi? Quale potrebbe essere il luogo del mio riposo? Tutte queste cose le ha fatte la mia mano, e così sono tutte venute all'esistenza», dice il SIGNORE. «Ecco su chi io poserò lo sguardo: su colui che è umile, che ha lo spirito afflitto e trema alla mia parola.” Is 66:1-2

Ma questo tabernacolo ancora maggiore ancora non si era formato; non è ancora terminato. Dio lo sta costruendo ed Egli lo rivelerà. Le parole di Cristo sono (Gv 14.3): “Quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo”.

“È entrato una volta per sempre nel luogo santissimo, non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue. Così ci ha acquistato una redenzione eterna” Eb 9.12

In accordo con Levitico 16, il sommo sacerdote deve entrare una volta all’anno nel luogo santo con il sangue di agnelli e altre offerte, e con esse fare una riconciliazione formale per il popolo. Questa cerimonia tipificò che Cristo, il vero Sacerdote, sarebbe dovuto morire una volta per noi, per ottenere per noi la vera espiazione. Ma il sacrificio anteriore, che doveva essere ripetuto ogni anno, era solo un’espiazione temporaria ed imperfetta; non era eternamente sufficiente, come invece l’espiazione di Cristo. Nonostante cadiamo e pecchiamo, confidiamo nel sangue di Cristo, che non cadde né peccò; Egli rimase fermo di fronte a Dio, e la Sua espiazione è perpetua ed eterna. Sotto il Suo dominio, la grazia è perpetuamente rinnovata, senza opere o meriti da parte nostra, basta non essere increduli.

“Infatti, se il sangue di capri, di tori e la cenere di una giovenca sparsa su quelli che sono contaminati, li santificano, in modo da procurare la purezza della carne” Eb 9.13

Sull’acqua della separazione e la cenere della giovenca, leggete Numeri 19; e sul sangue dei tori e dei capri, Levitico 16.14-15. Secondo Paolo, queste erano purificazioni formali e temporali, come affermato in precedenza. Ma Cristo, agli occhi di Dio, purifica la coscienza delle opere morte; ovvero, dei peccati che meritano la morte e delle opere realizzate nel peccato e, pertanto, mortali. Cristo le purifica affinché possiamo servire al Dio vivente attraverso opere vive.

“Per questo egli è mediatore di un nuovo patto” Eb 9.15°

Sotto l’Antica Legge, che prevedeva solo il perdono formale o rituale e ristabiliva la comunione umana, permanevano peccati e trasgressioni, sovraccaricando la coscienza. Essa, l’Antica Legge, non portava beneficio all’anima, poiché Dio non la istituì per purificare e salvaguardare la coscienza, né per concedere lo Spirito. Esisteva con il solo proposito della disciplina esterna, restrizione e correzione. Dunque, Paolo insegna che, sotto la dispensazione dell’Antico Testamento, le trasgressioni dell’uomo permanevano, mentre ora Cristo è il nostro Mediatore attraverso il Suo sangue; per questo la nostra coscienza è liberata dal peccato agli occhi di Dio, poiché Dio promette lo Spirito attraverso il sangue di Cristo. Tuttavia, non tutti lo ricevono. Solamente coloro che sono chiamati ad essere eredi eterni, gli eletti, ricevono lo Spirito.

In questa eccellente lezione, dunque, troviamo la dottrina consolatrice di Cristo come Colui in cui dobbiamo riconoscere il sacerdote e vescovo delle nostre anime; nessun peccato è perdonato, né lo Spirito Santo è dato, a causa di opere o meriti da parte nostra, ma solamente per il sangue di Cristo, e a coloro ai quali Dio lo ordinò.


Martin Lutero

Teologo e accademicotedesco, noto principalmente come riformatore religioso e iniziatore del protestantesimo

Articolo originale:

2020 Citazioni della Scrittura di Almeida Corrigida Fiel © tradotto in lingua portoghese da Elnatan Rodrigues, per Ministero Reformai, link all’articolo originale: https://reformai.com/nosso-sumo-sacerdote/

Traduzione italiana Paini Alessia @FedeRiformata.com

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