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Immagine del redattoreDaniel Zemuner Barbosa

Il profeta


E le folle dicevano: «Questi è Gesù, il profeta che viene da Nazaret di Galilea». (Matteo 21:11)

Il profeta, nell’Antico Testamento, era considerato la “bocca” di Dio, o il portavoce di Dio, colui che portava Dio al popolo. Essere un profeta significava parlare con potere e autorità, in nome del proprio Signore. Una grande responsabilità, un grande onore.

Secondo la Bibbia di Studio di Ginevra, il vero profeta era definito attraverso tre criteri fondamentali: doveva essere un israelita (De 18:15); doveva essere fedele al patto mediato da Mosè (De 13:1-5); e le sue profezie dovevano avverarsi (De 18:21-22). In questo scenario, quando ci imbattiamo nei profeti dell’Antico Testamento, possiamo verificare che tutti essi puntano a Gesù. In ogni libro profetico è possibile percepire la centralità di Cristo e la funzione dei profeti di annunciare la salvezza piena e sufficiente che il Messia avrebbe portato al popolo di Dio.

Tuttavia, Gesù fu molto più che l’avverarsi delle predizioni profetiche: Gesù fu l’incarnazione stessa di ciò che era stato annunciato. Egli è stato l’annuncio e il compimento della profezia, poiché il Lui tutte le profezie si compirono essendo Lui non solo la “bocca” di Dio, ma Dio stesso. Alleluia!

Nel testo menzionato prima, ci troviamo nel momento storico in cui Gesù entrò nella città di Gerusalemme in uno scenario estremamente profetico. In Zaccaria 9:9 troviamo l’annuncio della venuta messianica, che avrebbe portato la libertà al popolo di Israele:

Esulta grandemente, o figlia di Sion, manda grida di gioia, o figlia di Gerusalemme; ecco, il tuo re viene a te; egli è giusto e vittorioso, umile, in groppa a un asino, sopra un puledro, il piccolo dell'asina.

Questa profezia trova il suo perfetto compimento nella scena descritta nel Vangelo di Matteo, in ogni dettaglio, inclusa la figura del puledro che non era mai stato montato.

Questo arrivo, chiamato “ingresso trionfale”, è un grande paradosso, poiché quando pensiamo ad un trionfo, pensiamo a una cerimonia in pompa magna, con cavalli e carri, mentre il nostro Re, il grande Profeta e Messia, giunse su un semplice animale da monta ma, portando con Sé la gloria della maestà del Padre, non necessitava d’altro, Egli era il compimento storico della profezia. È giunta la salvezza!

Davanti a questa scena, la folla non riuscì a contenersi, ed eruppe in grida di vittoria cantando: Osanna al Figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nei luoghi altissimi! (Matteo 21:9), come già cantato dal salmista in Salmi 118:26. Il nome di Gesù è potente, forte, profetico, salvatore. Egli raccolse in sé stesso e nel suo ministero tutte le caratteristiche del vero profeta. Tutto ciò che uscì dalla bocca di Gesù fu per amore e per edificare, esortare e consolare (1Co 14:3). Egli portò con Sé la presenza di Dio, portando Dio a coloro che stavano al Suo fianco, essendo Lui stesso il cammino che dà accesso all’amore eterno del Padre.

Benedetto sia il Profeta Gesù, il nostro Signore, e che a Lui sia la gloria eternamente, Amen.

Rev Daniel Zemuner Barbosa

Chiesa di Sorocaba

Traduzione Paini Alessia @FedeRiformata.com

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