top of page
Immagine del redattoreCharles Hodge

Lo Spirito Santo è Persona


Tratto da la natura e l’ufficio dello Spirito Santo, di Charles Hodge

I due punti da considerare riguardo allo Spirito Santo sono la Sua natura e il Suo ufficio. Parlando della Sua natura, Egli è una persona o un mero potere? Se è una persona, Egli è creato o è divino, finito o infinito? Il fatto che lo Spirito Santo sia una Persona è stato accettato come fondamento di fede della Chiesa sin dal principio. Ha avuto pochi opponenti, anche nei periodi più caotici della teologia; e nella modernità non è stato negato, se non da sociniani, ariani e sabelliani. Prima di prendere in considerazione la prova diretta della dottrina della Chiesa del fatto che lo Spirito Santo sia una Persona, conviene osservare che i termini “Spirito”, “Spirito di Dio”, “Spirito Santo” e, nelle parole di Dio, “il Mio Spirito”, e quando Dio parla del “Suo Spirito”, possono essere trovati in ogni parte delle Scritture, da Genesi a Apocalisse.

Se lo Spirito di Dio che si muoveva sulle acque, che lottò con gli antidiluviani, che venne su Mosè, che diede le loro capacità agli artigiani e che ispirò i profeti, è il potere di Dio, allora anche lo Spirito che venne sugli apostoli, che Cristo permise di inviare come Consolatore e Avvocato, e al quale si riferisce l’istruzione, santificazione e orientazione del popolo di Dio, a sua volta dev’essere potere di Dio. Ma se lo Spirito è chiaramente rivelato come Persona nelle ultime parti della Scrittura, è chiaro che debba essere inteso alla stessa maniera nelle sue parti iniziali. Una parte della Bibbia, o anche solo un passaggio, non devono essere presi da sé e ricevere qualsiasi interpretazione che le singole parole potrebbero ricever, ma le Scritture devono interpretare le Scritture. Un’altra ovvia osservazione a riguardo è la seguente: lo Spirito di Dio è egualmente prominente in tutte le parti della Parola di Dio. Il Suo intervento non avviene in rare occasioni, come le apparizioni degli angeli, o le teofanie, menzionate qui e là nel Sacro Volume; Egli è rappresentato come presente in ogni parte, ed in ogni parte operativo. Possiamo anche trovare, nella Bibbia, il nome e la dottrina di Dio come il nome e l’officio dello Spirito.

Solamente nel Nuovo Testamento, Egli è menzionato quasi trenta volte. Tuttavia, non è solo la frequenza con cui lo Spirito è menzionato, o il rilievo dato alla Sua persona e opera, ma i rapporti multipli e interessanti nei quali è rappresentato con il popolo di Dio, l’importanza e il numero dei Suoi doni e l’assoluta dipendenza del credente e della Chiesa in Lui per la vita spirituale e eterna, che rendono la dottrina dello Spirito Santo assolutamente fondamentale per il Vangelo. L’opera dello Spirito Santo nell’applicare la redenzione di Cristo è rappresentata come tanto essenziale quanto la redenzione stessa. Pertanto, è indispensabile sapere ciò che la Bibbia insegna riguardo allo Spirito Santo, tanto quanto alla Sa natura e ai Suoi incarichi.

Prove della Sua Personalità

Le Scritture insegnano chiaramente che Egli è una Persona. L’essere persona include intelligenza, volontà e sussistenza individuale. Se, dunque, può essere provato che tutte queste caratteristiche sono attribuite allo Spirito, allora è provato che Egli è una Persona. Non sarebbe consigliato né responsabile dividere le prove di questi vari punti e citare passaggi che attribuiscano intelligenza, poi altri che distribuiscano volontà e infine altri che attribuiscano sussistenza individuale, perché tutti questi sono frequentemente inclusi in un unico passaggio; inoltre, le argomentazioni che provano uno, spesso provano anche gli altri.

1. Egli è trattato come una Persona

La prima argomentazione riguardo alla personalità dello Spirito Santo deriva dall’uso di uno dei pronomi personali in relazione a Lui. Una persona è colui che, parlando, dice “io”; quando è interpellato, viene chiamato “tu”; e quando si parla di lui, viene chiamato “egli/lui”. È di fatto ammesso che esista una figura retorica di personificazione; che esseri inanimati o irrazionali, sentimenti o attributi, possano essere presentati come esseri parlanti, o trattati come persone. Ma questo non comporta alcuna difficoltà. I casi di personificazione sono tali che, eccetto in casi rari, non ammettono alcun dubbio. Il fatto che gli uomini, a volte, apostrofino i cieli o gli elementi, non è un pretesto per spiegare con la personificazione ogni passaggio nei quali Dio o Cristo sono presentati come persone. Lo stesso vale per lo Spirito Santo. Egli è presentato come Persona con molta frequenza, non solo in discorsi poetici o emotivi, ma anche in narrative semplici e in istruzioni didattiche; inoltre, la Sua personalità è supportata da così tante prove collaterali che spiegare l’uso dei pronomi personali riguardo a Lui come personificazione significa violare tutte le regole di interpretazione.

Atti 13:2: “Mentre celebravano il culto del Signore e digiunavano, lo Spirito Santo disse: «Mettetemi da parte Barnaba e Saulo per l'opera alla quale li ho chiamati».” Allo stesso modo, il nostro Signore disse, in Giovanni 15:26: “Ma quando sarà venuto il Consolatore che io vi manderò da parte del Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli testimonierà di me”. L’utilizzo del pronome maschile “Egli”, dimostra che lo Spirito è una persona. Nel capitolo seguente (in Giovanni 16:13 e 14) è scritto: “Quando però sarà venuto lui, lo Spirito della verità, egli vi guiderà in tutta la verità, perché non parlerà di suo, ma dirà tutto quello che avrà udito, e vi annuncerà le cose a venire. Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo annuncerà.” Qui non c’è modo di spiegare l’utilizzo del pronome personale “Egli” in alcun altro modo se non con la personalità dello Spirito.

2. Egli si relaziona

Abbiamo rapporti con lo Spirito Santo che possono essere sviluppati solo con una persona. Egli è l’oggetto della nostra fede. Crediamo nello Spirito Santo. È questa fede che professiamo nel battesimo. Non siamo battezzati solo nel nome del Padre e del Figlio, ma anche dello Spirito Santo. La stessa associazione dello Spirito in quella connessione, con il Padre e il Figlio, essendo loro accettati come persone distinte, prova che lo Spirito sia, a sua volta, una Persona. Inoltre, l’utilizzo delle parole eiv e onoma, il nome non ammette altre spiegazioni. Nel battesimo, professiamo di riconoscere lo Spirito, così come riconosciamo il Padre e il Figlio, e ci leghiamo a loro. Quando l’apostolo disse ai Corinzi che non furono battezzati “in nome di Paolo”, e quando disse che gli ebrei furono battezzati in Mosè, egli voleva dire che gli ebrei furono fatti discepoli, alcuni di Paolo e altri di Mosè, e i corinzi no; il significato è che nel battesimo professiamo di essere Suoi discepoli; ci sottomettiamo alle Sue istruzioni e al Suo controllo.

Abbiamo con Lui lo stesso rapporto che abbiamo con Padre e Figlio; riconosciamo che Egli è una Persona tanto distintamente quanto riconosciamo la personalità del Figlio o del Padre. I cristiani non solo professano di credere nello Spirito Santo, ma sono anche coloro che ricevono i Suoi doni. Per loro, Egli è oggetto di preghiera. Nella benedizione apostolica, la grazia di Cristo, l’amore del Padre e la comunione dello Spirito Santo sono invocati solennemente. Preghiamo lo Spirito affinché si comunichi a noi, in modo che possa, in accordo con la promessa del nostro Signore, abitare in noi, mentre preghiamo a Cristo, perché possiamo essere oggetti del Suo amore immeritato.

Di conseguenza, siamo esortati a non “peccare contro”, non “resistere”, non “rattristare” lo Spirito Santo. Egli è rappresentato, pertanto, come una persona che può essere soggetto delle nostre azioni; che possiamo accontentare o offendere, e con il quale possiamo essere in comunione; con il quale possiamo, ovvero, avere rapporti personali; può amare e essere amato, può chiamarci con “tu”, e possiamo invocarlo quando necessario.

3. Agisce come Persona

Lo Spirito, oltre ad avere rapporti con noi, svolge offici che nessuno può eseguire se non una persona. Egli è professore, santificatore, consolatore e guida per noi. Egli governa su ogni credente che è guidato dallo Spirito e tutta la chiesa. Egli chiama, come chiamò Barnaba e Saulo, all’opera del ministero, o ad altri campi di lavoro specifici. Pastori e vescovi sono resi sovrintendenti dallo Spirito Santo.

4. Egli manifesta intelligenza, volontà e attività

Nell’esercitare queste e altre funzioni, gli atti personali sono costantemente attribuiti allo Spirito nella Bibbia; ovvero, gli atti che implicano intelligenza, volontà e attività, o potere. Lo Spirito cerca, seleziona, rivela e riprende. Molte volte, leggiamo che “lo Spirito disse” (At 13:2; 21:11; 1Ti 4:1, ecc.). Questo è fatto costantemente, tanto che lo Spirito appare come un agente personale da un’estremità all’altra della Scrittura, e la sua personalità è fuori da ogni disputa. L’unica questione possibile è se Egli sia o no una Persona distinta dal Padre. Ma questo non può avere dubbi logici, poiché è scritto che Egli è lo Spirito di Dio e lo Spirito che è da Dio; poiché Egli si distingue nel Padre nelle forme del battesimo e della benedizione; poiché Egli procede dal Padre; poiché Egli è promesso, inviato e dato dal Padre. Confondere lo Spirito Santo con Dio significherebbe rendere le Scritture incomprensibili.

5. Egli è Agente di Dio

Tutti gli elementi della personalità, ovvero, intelligenza, volontà e sussistenza individuale, non sono coinvolti solo in tutto ciò che è così rivelato, in ciò che viene detto riguardo alla relazione nella quale lo Spirito ci mantiene e nella quale noi supportiamo Lui, ma sono distintamente attribuiti a Lui. È scritto che lo Spirito sa, desidera e agisce. Egli cerca, o conosce, tutte le cose, anche le cose profonde di Dio. Nessuno conosce le cose di Dio, se non lo Spirito di Dio (1Co 2:10,12). Egli le distribuisce “a ciascuno in particolare come vuole” (1Co 12:11). La sua sussistenza individuale è implicita nell’essere un agente e nell’essere l’oggetto che subisce le attività di altri. Se può essere amato, riverito e offeso, se a Lui si può obbedire, se contro di Lui si può peccare, allora dev’essere una Persona.

6. Egli è Dio

Le manifestazioni personali dello Spirito, come quando scese su Cristo dopo il battesimo, e quando scese sugli Apostoli nel giorno della Pentecoste, necessariamente coinvolgono la Sua sussistenza personale. Non era nessun attributo di Dio nella Sua mera efficienta, ma lo stesso Dio, che si manifestava nel roveto ardente, nel fuoco e nelle nuvole sul Monte Sinai, nella colonna che guidava gli israeliti nel deserto e nella gloria che abitava nel Tabernacolo e nel Tempio.

7. La chiesa testimonia il Suo essere Persona

Il popolo di Dio ha sempre considerato lo Spirito Santo come una Persona. Lo cercavano per avere una guida, santificazione, direzione e consolazione. Questo faceva parte della loro religione. Il cristianesimo (considerato soggettivamente) non sarebbe ciò che è senza questo senso di dipendenza dallo Spirito e questo amore e riverenza nei Suoi confronti. Tutte le liturgie, preghiere e adorazioni della Chiesa sono piene di appelli e discorsi allo Spirito Santo. Questo è un fatto che non ammette alcuna soluzione razionale, se si pensa che le Scritture non insegnino che lo Spirito sia una Persona distinta.

Charles Hodge (1797-1878)

Teologo presbiteriano e preside del Seminario teologico di Princeton tra il 1851 e il 1878.


Articolo originale: citazioni escaturistiche a partire da Almeida Corrigida Fiel (ACF), 2019 © Tradotto da Amanda Martins https://reformai.com/a-natureza-e-o-oficio-do-espirito-santo/

Traduzione Paini Alessia @FedeRiformata.com

Per l’utilizzo degli articoli del nostro sito incoraggiamo i link diretti alla pagina originale. In caso di copia e incolla, per favore, scrivete il sito di provenienza.

216 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Comments


bottom of page