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Ti senti solo?


Gesù ti sostiene nella solitudine.

Che sia su un’isola deserta o nel mezzo della folla, la sensazione è la stessa: mi sento solo! Stare da soli può essere positivo in alcune occasioni, magari quando devi portare avanti un lavoro che esige grande attenzione. O, magari, quando hai bisogno di un momento per rimettere la testa a posto e rilasciare un po’ di tensione. Ma sentirsi soli è diverso.

La solitudine è estremamente collegata a sentimenti di insoddisfazione, tristezza o incompatibilità con tutto ciò che ci circonda”, spiega la psicologa Raquel Staerke.

La solitudine è più del trovarsi da soli. Significa sentirsi soli, distanti dagli altri e dalle proprie emozioni, persi in mezzo al nulla, come se nessuno notasse o sentisse la nostra mancanza. Nessuno ti è abbastanza vicino da capire cosa provi nel cuore, per piangere o ridere insieme a te. Per preoccuparsi di quello che non ti fa dormire.

La solitudine è un sentimento a causa del quale una persona sente una profonda sensazione di vuoto e isolamento. La solitudine è più del sentimento di voler compagnia, o di voler fare qualche attività con qualcun altro non semplicemente perché la persona si isola, ma perché i suoi sentimenti hanno bisogno di qualcosa di nuovo che li trasformi” (Wikipedia).

Cos’è la solitudine?

La solitudine è la sensazione di non appartenere al mondo che ci circonda. Non riusciamo a creare legami e ad identificarci con gli altri. Tra le cause della solitudine, si trovano la difficoltà a rapportarsi con le altre persone, il timore di essere giudicati e il vuoto esistenziale. È probabile che vi sia capitato di non trovare i vostri genitori al supermercato quando eravate piccoli. Ciò che si prova in quei momenti è angosciante, poiché ci sentiamo vulnerabili, impotenti e, soprattutto, soli. Tuttavia, non è necessario perdersi per provare questo insieme di emozioni. Quando non troviamo persone con cui condividere valori, scelte o preferenze simili alle nostre, ci sentiamo esclusi.” Kalel Adolfo

Per la psicologa Adriana de Araújo, anche l’intensità della solitudine può variare, potendo essere: 1. Lieve: con la presenza di pensieri negativi; 2. Media: con la presenza di pensieri negativi che provocano sofferenza; 3. Intensa: con la presenza di pensieri negativi che provocano profonda sofferenza e la sensazione che non ci sia speranza o possibilità di risolvere la situazione.

Elia era un uomo che seguiva Dio, e che Lo onorava nel suo ministero di profeta. Sul monte Carmelo, Dio gli diede forza e coraggio per affrontare i profeti di Baal e di Asera, nonostante fossero in numero estremamente maggiore (ottocentocinquanta). Ebbe l’audacia di esporre l’idolatria del popolo, sconfiggendo i profeti davanti a tutti. I suoi occhi erano puntati sulla grandezza del suo Dio, e non sul numero dei nemici. Ma anche i maggiori capi si sentono emotivamente esausti.

Dopo aver previsto una grande siccità, e dopo aver avvisato il re Acab che non avrebbe piovuto molto a lungo; dopo aver affrontato forti nemici spirituali che avevano corrotto la fede del suo popolo; dopo aver pregato affinché tornasse la pioggia su Giuda, Elia fuggì dalla tempesta, dai carri di Acab e da una donna: Izebel.

I capi si sentono esausti quando usano troppa energia emotiva senza ricomporre ciò che hanno dentro”. (John Maxwell, Bibbia della Liderança Cristã)

Lui si era allontanato dai suoi amici, era esausto e aveva fame, si sentiva totalmente solo nel suo ministerio e, in una visione delirante, immaginava che tutti volessero ucciderlo. Provò tanta pena per sé stesso, sentendosi vulnerabile, che fuggì a nascondersi in una caverna, nel mezzo del deserto. Chiede a Dio di farlo morire (1Re 19:4).

Ma Dio non l’ha lasciato solo, come non lascia mai nessuno di noi, che crediamo in Lui. Egli stesso mandò uno dei Suoi angeli con cibo e acqua, e questo gli comandò di dormire, facendolo riposare affinché si riprendesse da tutta la sua fatica fisica ed emotiva.

Non è forse vero che, quando siamo molto stanchi, fisicamente ed emotivamente, non vediamo le cose come stanno? Le nostre lenti diventano distorte, e vediamo le situazioni e le persone da una prospettiva non veritiera. Ci sentiamo ancora più soli, incompresi e abbandonati. Per questo dobbiamo cercare di equilibrare le nostre attività professionali e i nostri legami. Il tempo che passiamo tra la folla e il tempo che passiamo da soli e con Dio, che ci nutre e ricompone le nostre energie emotive e spirituali.

Dobbiamo uscire dalla caverna nella quale ci siamo nascosti e sapere che il nostro Dio ci ama, continua ad avere un piano per le nostre vite e ci farà felici usandoci nel nostro rapporto con gli altri.

Lezioni nella solitudine

L’ansia causata dalla solitudine può essere diminuita accettando la realtà della vita e imparando a convertirla in opportunità di crescita personale… Questo equivale a prendere la vita così com’è, senza lamentarci né incolpare gli altri, né tantomeno Dio. Questo ci permetterà di allontanare da noi espressioni come: “Questo non doveva succedere a me!” Dobbiamo abituarci a pensare in questo mood: “Accetterò quello che mi succede, e mi arrangerò come posso. Da adesso, ho deciso di vivere in modo più tranquillo, indipendentemente da cosa mi accada”. (Como vencer a solidão – os dois lado da moeda, “Come vincere la solitudine – i due lati della moneta”, Ed. Hora).

Quando confessiamo al Signore e ci viene ricordato che Egli ci ama e ci ha creati con un alto proposito, impariamo a trovare riposo in Lui, sapendo che Egli agisce in tutte le cose per il bene di coloro che Lo amano.

Ma c’è dell’altro: Egli agisce per mezzo e oltre tutte le situazioni che ci permette di affrontare, con lo scopo di operare sul nostro carattere e renderci ogni giorno più simili a Suo Figlio, Gesù.

È di vitale importanza conversare con il Signore per mezzo della preghiera e ascoltare la Sua voce per mezzo della Parola, come fece il salmista nel Salmo 77: 1 Al direttore del coro. Secondo Iedutun. Salmo di Asaf. La mia voce sale a Dio e io grido; la mia voce sale a Dio ed egli mi porge l'orecchio. 2 Nel giorno della mia afflizione ho cercato il Signore; la mia mano è stata tesa durante la notte senza stancarsi, l'anima mia ha rifiutato di essere consolata.

11 Io rievocherò i prodigi del SIGNORE; sì, ricorderò le tue meraviglie antiche.”

Dobbiamo imparare a fare un esercizio quotidiano: guardare indietro e contare le benedizioni. Possiamo ricordarci di momenti passati con persone amate, di situazioni piacevoli al lavoro, di viaggi avventurosi, ed iniziare a ringraziare. Annotare ognuna di esse affinché, nei momenti bui di sconforto e solitudine, possiamo ricordarci di ringraziare il Signore per tutto ciò che ha fatto e ci ha dato.

Insieme siamo più forti!

Nelle Scritture, troviamo molti riferimenti alla virtù di stare con altre persone, non solo per socializzare, ma anche per realizzare un’opera importante. Ecco alcuni princìpi che insegnano e che hanno un’applicazione universale:

  1. Insieme possiamo condividere il peso. Due cavalli che si uniscono possono portare varie volte il peso che un cavallo riesce a portare da solo.

  2. Lo stesso vale anche per i luoghi di lavoro, specialmente quando il progetto che stiamo sviluppando è particolarmente impegnativo. “Due valgono più di uno solo, perché sono ben ricompensati della loro fatica. Infatti, se l'uno cade, l'altro rialza il suo compagno; ma guai a chi è solo e cade senz'avere un altro che lo rialzi! Se uno tenta di sopraffare chi è solo, due gli terranno testa; una corda a tre capi non si rompe così presto.” (Ecclesiaste 4:9,10,12)

  3. Insieme, possiamo lavorare per migliorare le nostre abilità. Anche gli individui più talentuosi possono beneficiare dall’interazione con gli altri. Possiamo rinforzare i punti di forza, suggerire miglioramenti e anche indicare i punti deboli gli uni degli altri. “Il ferro forbisce il ferro; così un uomo ne forbisce un altro.” (Proverbi 27.17)

  4. Insieme, possiamo assumerci responsabilità che una persona non può assumersi da sola. Mosè ha ricevuto la responsabilità di liberare gli israeliti dalla schiavitù in Egitto. In poco tempo sentì di non essere in grado di risolvere tutti i loro problemi e i loro conflitti. In risposta, Dio nominò degli anziani – altri capi degni di rispetto – affinché si assumessero le responsabilità minori e lasciassero Mosè ad occuparsi solo delle questioni più importanti. Anche noi, allo stesso modo, dobbiamo cercare aiuto quando necessario. “Io non posso, da solo, portare tutto questo popolo; è un peso troppo grave per me.” (Numeri 11.14)

Jim Mathis

Tutti noi dobbiamo fare una scelta: possiamo proseguire da soli, o cercare compagnia, chiedendo che la nostra vita possa essere di benedizione per gli altri. Che le nostre esperienze con Dio e con la vita siano un contributo per gli altri. Possiamo uscire dal guscio, dalla caverna, e andare incontro a coloro che hanno bisogno di aiuto, e saremo felici di vedere tutto ciò che il Signore può fare attraverso coloro che si mettono a disposizione nelle Sue amorevoli mani. Se il tuo cuore si sente vuoto, triste e rattrappito, ascolta ciò che Gesù, il Dio fattosi uomo, ha da dire: “Ecco, io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me.” (Apocalisse 3.20)

Invitando Gesù ad essere il tuo Salvatore, ravvedendoti, credendo che Egli morì in croce per te, per pagare per i tuoi peccati, che resuscitò dai morti ed è vivo oggi, inizierai una nuova vita. Questa vita ti darà un senso, allegria, perdono, pace e la certezza che, dopo aver fatto tutto ciò che Egli ha pianificato per noi, saremo in comunione nella casa del Padre, eternamente in famiglia. Egli è la migliore compagnia e ci dice: “Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente” (Matteo 28.20).

Se Lo conosci già come Salvatore e Signore della tua vita, lascia che ti ricordi le Sue preziose promesse, custodite nella Sua Parola:

“Io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente” (Matteo 28.20)

Io non ti lascerò e non ti abbandonerò (Ebrei 13.5)

Eleny Vassão

Autrice della Chiesa Presbiteriana di Pinheiros

Traduzione italiana Paini Alessia @FedeRiformata.com

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