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Cosa pensano i cristiani sull'assistenza medica alla morte
La storia di Paula Ritchie, segnata da un dolore incessante, ci ricorda che la sofferenza è frutto della caduta, ma anche un’occasione per amare. Le nostre vite appartengono a Dio, non a noi. Per questo dobbiamo opporci all’assistenza medica alla morte, ma con compassione verso chi la invoca. Essere presenti, ascoltare e pregare è il modo più vero per affermare la dignità umana e testimoniare che in Cristo la sofferenza e la morte non hanno l’ultima parola.


Portando i pesi gli uni degli altri
I problemi di questo mondo sono molteplici e incessanti. Non è semplice restare tanto concentrati sul cielo da rimanere imperturbati...


Soffro perché ho peccato?
Dio ha un proposito per la nostra sofferenza. Egli usa le tribolazioni per modellarci e farci crescere: Inoltre abbiamo avuto per...
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