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Caino e il vero culto


Cosa sperava di guadagnare Caino dalla morte di suo fratello Abele? Più ricchezze? Più rispetto da parte dei suoi genitori o dai suoi fratelli? Più accettazione da parte di Dio? Assolutamente no. Eppure, lo uccise. Lo uccise per dispetto e per vendetta. Perché vendetta? Perché suo fratello aveva fatto un culto che piacque a Dio.

I due fratelli furono creati insieme, e ciò che li distingueva erano l’età e la professione. Caino, più grande ed esperto, lavorava la terra e ne raccoglieva i frutti. Abele, più giovane, si prendeva cura delle pecore. Tuttavia, entrambi furono creati dagli stessi genitori, e conoscevano le richieste del Dio che aveva fornito loro le pelli con le quali coprirsi al posto delle foglie.

Sicuramente erano entrambi così vestiti quando comparivano in culto di fronte a Dio.

Come vediamo nella Parola, “dopo qualche tempo…” si trovarono a dover dar culto a Dio da soli. Senza la presenza né la guida dei genitori. Questo gesto, che renderebbe felice ogni genitore moderno, fu occasione di litigio tra il lavoratore e il pastore. I due erano d’accordo sulla necessità di prestar culto a Dio: Caino, il lavoratore, presentò il frutto della terra, e Abele presentò le primizie e il meglio del suo gregge.

L’autore della Lettera agli Ebrei ne sottolinea la fede: “Per fede Abele offrì a Dio un sacrificio più eccellente di quello di Caino; per mezzo di essa gli fu resa testimonianza che egli era giusto, quando Dio attestò di gradire le sue offerte; e per mezzo di essa, benché morto, egli parla ancora” (Ebrei 11:4).

L’apostolo Giovanni ne sottolinea l’amore: “Poiché questo è il messaggio che avete udito fin da principio: che ci amiamo gli uni gli altri. Non come Caino, che era dal maligno, e uccise il proprio fratello. Perché l'uccise? Perché le sue opere erano malvagie e quelle di suo fratello erano giuste” (1Giovanni 3:11-12).

Credo che la mancanza di fede portò Caino ad un culto errato, e la mancanza di amore ad un comportamento errato.

Se i due sapevano che Dio chiedeva loro di vestirsi di pelle – il che, come sappiamo, era un preannuncio dei sacrifici dell’Antica Alleanza e un tipo del sacrificio del nostro Signore – come aveva potuto pensare, Caino, di poter prestare culto a Dio con le sue forze, o in un qualsiasi modo non ordinato da Lui?

Caino avrebbe dovuto credere (per fede) che era necessario appena, solo ciò che Dio aveva determinato, mentre, al contrario, orgogliosamente (senza amore) presentò ciò che aveva guadagnato con le sue braccia: seminò, coltivò, raccolse e trasportò (mentre il fratello non aveva nemmeno dovuto trasportare la vittima).

Il primo omicidio avvenne per motivi liturgici!

Il corretto obbedì a Dio e fu accettato. L’errato tentò di fare di propria volontà e fu rifiutato. Cosa avremmo dovuto aspettarci, se non che si ravvedesse e passasse al metodo corretto? Invece cosa fece? Uccise il corretto!

Non per niente Giuda ci parla del “cammino di Caino” (Giuda 1:11). Lo seguirono in molti. E, fino ad oggi, continuano a seguirlo coloro che prestano culto a Dio “secondo l’immaginazione o gli espedienti degli uomini, o secondo i suggerimenti di Satana, attraverso rappresentazioni visibili o in qualsiasi altro modo non prescritto dalla Sacra Scrittura”, come riassume la Confessione di Fede di Westminster (https://www.federiformata.com/shop).

Tornando alla domanda iniziale: perché uccise suo fratello? Lo uccise perché piacque a Dio con il suo culto semplice. Il suo, tanto laborioso, non fu gradito a Dio.

Sembra che il peccato “instupidisca” il peccatore. Ricordate la Parabola dei vignaiuoli (Luca 20:9-19)? Da quando uccidere l’erede garantisce l’eredità? Da quando è possibile essere graditi a Dio facendo ciò che non ha ordinato di fare?

Sappiamo che, per aver adorato la creatura più del Creatore, Dio portò gli uomini a passioni infami affinché si disonorassero a vicenda, uomini tra uomini e donne tra donne. Ebbene, Caino ci dimostra che un culto sbagliato ci porta alla mancanza di un amore vero.

Rev. Fôlton Nogueira

Membro del presbiterio della Chiesa Presbiteriana di Belo Horizonte, insegnante e cappellano del seminario JMC.

Traduzione Paini Alessia @FedeRiformata.com

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