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Immagine del redattoreTim Challies

Dio odia l'ingiustizia


Il Dio che ama ciò che è buono non può amare ciò che è cattivo. Non può nemmeno essere ambivalente nei confronti di ciò che è malvagio, di ciò che è nocivo, di ciò che è distruttivo. Deve odiarlo. Il Dio della Bibbia rivela Sé stesso come un Dio di amore. Ma rivela Sé stesso anche come un Dio che odia. Abbiamo visto alcuni versetti biblici in cui la Bibbia utilizza parole come “odio”, “abominazione”, e “detestabile”, e abbiamo visto che Dio odia l’idolatria e che odia l’immoralità sessuale.

DIO ODIA L’INGIUSTIZIA

Dio regna su questo mondo, e lo regna con giustizia. “Giustizia e diritto sono la base del tuo trono, bontà e verità vanno davanti a te” (Sl 89.14). Dio delega l’autorità e la responsabilità a noi, essendo stati creati a Sua immagine, e si aspetta che rispettiamo la giustizia per Lui. “Per mio mezzo regnano i re, e i prìncipi decretano ciò che è giusto” (Pr 8.15), e “O uomo, egli ti ha fatto conoscere ciò che è bene; che altro richiede da te il SIGNORE, se non che tu pratichi la giustizia, che tu ami la misericordia e cammini umilmente con il tuo Dio? (Michea 6.8).

Secondo Gregg Allison, giustizia significa “dare alle persone ciò che spetta loro, specialmente per quanto riguarda l’amministrazione della legge.” La Bibbia spesso si riferisce ad un tipo specifico di giustizia, la giustizia sociale, che è la “giusta distribuzione di beni economici, prospetti educativi, influenze politiche, e simili opportunità all’interno di una comunità.” L’Antico Testamento richiedeva alla nazione di Israele di prendersi cura dei deboli, dei vulnerabili, degli indigenti. Richiedeva ai sovrani di governare equamente, secondo la Legge di Dio. Qualsiasi fallimento nel fare ciò costituiva una grave ingiustizia, e portava la minaccia del giudizio di Dio.

Il Nuovo Testamento mette fine alla nazione di Israele, ma di sicuro non mette fine alla giustizia, poiché “la religione pura e senza macchia davanti a Dio e Padre è questa: soccorrere gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni, e conservarsi puri dal mondo” (Gm 1.27). Per quanto riguarda l’amministrazione della giustizia nella società, il governante civile è “un ministro di Dio per infliggere una giusta punizione a chi fa il male” (Ro 13.4; vedi anche Mt 25:31-46, At 6:1-7).

Dio non tollererà nulla al di sotto del suo alto livello di giustizia. Nello specifico, Egli odia le persone che ingannano gli altri per arricchire sé stessi (De 25:13-16). Odia coloro che deviano la giustizia dichiarando colpevoli gli innocenti, e dichiarando innocenti i colpevoli (Pr 17.15). Odia coloro che commettono l’atto di ingiustizia per eccellenza: l’uccisione di un innocente (Pr 6.17).

PERCHÉ DIO ODIA L’INGIUSTIZIA

Dio odia l’ingiustizia perché devia il Suo mondo. Dio vuole che la giustizia regni in questo mondo mediante le persone che Lui ha creato a Sua immagine. Chiama le persone a prendersi cura degli altri con amore e ad alleviare le loro sofferenze. Greg Forster sostiene che “lo stesso Vangelo esige che la chiesa abbia una visione di giustizia che sfidi la cupidigia e l’oppressione del mondo. E liberando le persone dalla loro schiavitù spirituale alla colpa e alla paura, il Vangelo espone la malvagità dei potenti del mondo che sfruttano la schiavitù spirituale per il proprio guadagno. Ecco perché la chiesa sulla terra è la ‘chiesa militante’. La chiesa non è chiesa se non è in guerra contro l’ingiustizia del mondo”.

Infine, Dio desidera che le persone trovino la propria soddisfazione in Lui, in modo da poter trovare la propria pace in Lui e portare pace agli altri mediante la giustizia. John Piper sostiene che “quando usiamo una bilancia falsa, o mentiamo nella nostra dichiarazione delle tasse, o nascondiamo i nostri affari, stiamo dichiarando che la passeggera dolcezza del peccato è più desiderabile dell’eterna pace di Dio. Questo non fa onore a Dio, e quindi non dà piacere al Suo cuore. ‘La bilancia falsa è un abominio per il SIGNORE, ma il peso giusto gli è gradito.’ (Pr 11.1).”

IL GIUDIZIO DI DIO SUGLI INGIUSTI

Lo stesso Gesù parla del giudizio finale e di cos’accadrà a tutti coloro che commettono ingiustizie. “Perché ebbi fame e non mi deste da mangiare; ebbi sete e non mi deste da bere; fui straniero e non m'accoglieste; nudo e non mi vestiste; malato e in prigione, e non mi visitaste” (Mt 25:42-43). Le persone si chiederanno quando e come questo sia successo, e Gesù risponderà: “in quanto non l'avete fatto a uno di questi minimi, non l'avete fatto neppure a me” (45). Arriverà dunque la conseguenza della loro ingiustizia: “Questi se ne andranno a punizione eterna” (46). Non c’è posto per gli ingiusti nel Regno eterno di Dio. Anzi, pagheranno il più terribile prezzo per aver trascurato i bisognosi ed essersi ribellati a Dio.

In Romani 1, Paolo sottolinea una lunga serie di peccati che caratterizzano coloro che si allontanano da Dio in un odio idolatra, e molti di essi sono legati all’ingiustizia: “ricolmi di ogni ingiustizia, malvagità, cupidigia, malizia; pieni d'invidia, di omicidio, di contesa, di frode, di malignità; calunniatori, maldicenti, abominevoli a Dio, insolenti, superbi, vanagloriosi, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, insensati, sleali, senza affetti naturali, spietati” (29-31). E in una lista simile, in 1Corinzi 6:9-10, dice nello specifico che i ladri, gli avari e i calunniatori non possono ereditare il Regno di Dio.

SPERANZA PER GLI INGIUSTI

Ma c’è speranza per gli ingiusti. C’è speranza per coloro che hanno attuato atti deliberati di ingiustizia e per coloro che hanno fallito in ogni opportunità di esprimere amore per il prossimo. La loro speranza è il Vangelo di Gesù Cristo, poiché Gesù ha detto: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Io non sono venuto a chiamare dei giusti, ma dei peccatori” (Mr 2.17). Gesù è venuto sulla terra per salvare gli ingiusti.

Sulla croce il perfetto e senza peccato Figlio di Dio ha subìto l’atto di ingiustizia per eccellenza, essendo stato torturato e ucciso. Eppure sulla croce è avvenuto anche l’atto di giustizia per eccellenza, poiché il debito del nostro peccato è stato pagato nella sua totalità, sulle Sue spalle. Mediante il Suo sacrificio Egli ha soddisfatto l’ira di Dio contro gli ingiusti, acquistando il perdono per coloro che si sarebbero avvicinati a Lui con pentimento e fede. “Anche Cristo ha sofferto una volta per i peccati, lui giusto per gli ingiusti, per condurci a Dio. Fu messo a morte quanto alla carne, ma reso vivente quanto allo spirito” (1P 3.18).

Tim Challies

Pastore della chiesa Grace Fellowship di Toronto, Ontario, e co-fondatore della casa editrice Cruciform Press.

Tradotto con permesso dell’autore da Paini Alessia @FedeRiformata.com

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