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Dio è in controllo


Qualche anno fa, il cantante gospel Kleber Lucas causò una grande polemica su internet per aver cantato la canzone Eiptáfio, della banda “secolare” Titãs. Lungi dall'addentrarmi in questa controversia, il mio desiderio è quello di decostruire l'idea dell'esistenza del caso in mezzo a noi. Gran parte delle persone che hanno criticato il cantante forse crede nel caso, magari inconsciamente. Basta chiedere a queste persone come spieghino le grandi tragedie dell’umanità; come spieghino la “pallottola vagante” di un pastore che ha appena lasciato il servizio; come spieghino lo stupro di un bambino piccolo; come spieghino un padre che uccide il figlio per poi suicidarsi. Dire che è stata una “fatalità” ci dà una vera risposta? Ci dà una risposta incolpare Dio? Ci dà una risposta attribuire tutto questo alla malvagità umana? Notate come non ci sia una struttura teologica ed emotiva per rispondere alla maggior parte di queste domande. Il problema più grande nasce quando lasciamo che l’emotività prenda il sopravvento a scapito della teologia.

Con questo testo, voglio dimostrarvi che non esiste “il caso”. Nonostante come cristiano forse saprai intellettualmente che non esiste, il mio obiettivo è quello di approfondire le tue emozioni e indagare per vedere se sei in grado di attribuire qualsiasi avvenimento a Colui che è davvero in controllo di ogni cosa.

Non stiamo dicendo che Dio sia colpevole del peccato; stiamo dicendo che Egli è la causa di ogni cosa, senza essere moralmente coinvolto dal peccato. Egli è la causa primaria, ma gli uomini malvagi sono la causa secondaria. Qui regna il male, ma non senza la mozione ed il permesso della causa primaria. È in questo senso che non esiste il caso o la sorte, poiché Dio è assolutamente presente in ogni azione e dettaglio.

Quindi, oltre a confermare la responsabilità umana per mezzo della sua libertà secondo la sua natura malvagia, questo testo ha l’obiettivo di esaltare la sovranità di Dio in tutte le cose. Credo che il miglior modo di trovare pace in questo mondo malvagio e crudele sia quello di credere che Dio è dietro ad ogni evento, senza eccezione, sia esso positivo o negativo. La difficoltà di molte persone, tuttavia, è quella di credere che Dio abbia qualcosa a che fare con le tragedie dell’umanità; pensano che tutto il male circostanziale sia frutto dell’opera di Satana, o della malvagità umana, o del caso, ma mai di Dio. Che l’uomo sia totalmente responsabile della malvagità che pratica non è messo in dubbio; non metto in dubbio nemmeno che Satana sia la causa di alcune situazioni tragiche; ma IL CASO? Il caso ci proteggerà quando saremo distratti?

Quando dico che l’uomo e Satana sono responsabili delle loro azioni malvagie, sto parlando sempre di un livello secondario. Questo perché, a livello ultimo di ogni azione, non c’è nulla che non provenga da Dio. Un caso curioso della Bibbia è lo svolgimento del censimento di Israele da parte di Davide. Il testo di 2Samuele 24 ci dice che il Signore “incitò” Davide affinché facesse il censimento. Il motivo era perché Dio, per così dire, era arrabbiato con gli israeliti e voleva punirli. La cosa interessante è che il passaggio parallelo a questo, 1Cronache 21, dice che ad incitare Davide era stato Satana, e non Dio. Nonostante alcuni pensino che questo passaggio sia contraddittorio (è stato Dio o Satana ad incitare Davide?), una corretta interpretazione sarebbe quella vede Satana come agente secondario e Dio come agente primario. Detto in altre parole, Dio usò Satana per compiere il Suo proposito, così Satana incitò il Re Davide a peccare contro Dio portando avanti il censimento. In fin dei conti, il testo si conclude sottolineando come il comportamento di Davide fosse dispiaciuto a Dio, portando il Signore ad agire con giustizia punendo il Re Davide.

In questa prima analisi, possiamo concludere che, nonostante Dio sia la causa assoluta di ogni cosa, usando Satana o no, in modi che la nostra mente finita non è in grado di comprendere completamente, gli esseri secondari sono totalmente responsabili e colpevoli del male che mettono in pratica. Il punto è che l’incitazione di Dio non annulla la responsabilità umana. Dio ha fatto tutto ciò che ha fatto senza rendersi colpevole del peccato, e con l’obiettivo di prendersi cura del Suo popolo.

La Confessione di Fede di Westminster ci aiuta sempre a comprendere questo argomento (compra la tua copia https://www.federiformata.com/shop):

Confessione di Fede di Westminster 3.1:

Da tutta l’eternità e per il più saggio e santo consiglio della Sua Volontà, ha liberamente e immutabilmente ordinato qualsiasi cosa succeda. Ciononostante, Dio non è l’autore del peccato, né viene violata la volontà delle Sue creature, e né è tolta loro la libertà o la contingenza nelle cause secondarie; sono, piuttosto, già stabilite.

3.2

Nonostante Dio conosca tutto ciò che può o deve accadere sotto ogni immaginabile circostanza, Egli non ha decretato alcuna cosa avendola prevista per il futuro, o come un avvenimento che sarebbe dovuto succedere sotto determinate condizioni.

Un altro classico esempio di questo stesso punto è il testo della spina nella carne dell’apostolo Paolo. Per quanto molti passino il tempo cercando di capire di cosa si trattasse, noi dobbiamo concentrarci sugli agenti e sui motivi della presenza di questa curiosa “spina”.

Il contesto di 2Corinzi 12 ci dice che Paolo aveva avuto la meravigliosa opportunità di andare al terzo cielo (nemmeno lui sa se con o senza corpo). Dopo quest’unica esperienza, l’apostolo ci dice, nel versetto 7, cosa lo aspettasse qui in terra:

E perché io non avessi a insuperbire per l'eccellenza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, un angelo di Satana, per schiaffeggiarmi affinché io non insuperbisca.” (2Co 12.7)

Partiamo dall’obiettivo finale, che era la non-esaltazione dell’apostolo Paolo. Ora, sappiamo che il desiderio di umiltà può venire solo da Dio, e non da Satana. Dunque, in un primo momento, possiamo dire che questa spina fu una benedizione di Dio per aiutare Paolo nel suo cammino di santificazione, e non una maledizione come alcuni potrebbero presumere, né tantomeno una vittoria di Satana, poiché di certo non era nel suo interesse che Paolo fosse umile.

Tuttavia, il testo ci dice che l’agente mediatore di questo fu Satana. Ciò che abbiamo qui è una rilettura del censimento di Israele: Dio è l’agente primario che apprezza la santificazione di Paolo (altrimenti lui si sarebbe inorgoglito di essere andato al terzo cielo), ma lo fa mediante i suoi servi e agenti secondari, in questo caso Satana.

Ciò che non possiamo dimenticare è che Satana sarà sempre incolpato e punito per i suoi errori, nonostante, molte volte, serva ai propositi sovrani del Signore. Possiamo dire che Satana sia, allo stesso tempo, l’oggetto dell’eterna ira di Dio, così come il Suo servo per compiere i Suoi propositi.

Per finire, esiste un altro passaggio piuttosto insolito e imbarazzante nella Bibbia. Quando il re d’Israele, Acab, marciò in guerra con il re di Giuda, Giosafat, il primo re, paurosamente e vigliaccamente, disse al secondo:

Io mi travestirò per andare in battaglia; ma tu mettiti i tuoi abiti regali” (2Re 22.30)

Il re della Siria, che era il popolo sotto attacco, era più disposto a togliere la vita ad Acab piuttosto che a Giosafat, e diede ordine affinché il re d’Israele fosse catturato. Durante la battaglia, Giosafat fu scambiato per Acab e catturato, e non fu ucciso solo perché gridò, probabilmente dicendo di non essere la persona che cercavano. Lascio che sia la Scrittura a raccontarvi il fatidico ed imbarazzante esito:

Allora i capitani si accorsero che egli non era il re d'Israele, e cessarono di assalirlo. Ma un uomo scoccò a caso la freccia del suo arco, e ferì il re d'Israele tra la corazza e le falde…” (2Re 22.33-34)

Il testo è chiaro, e può essere parafrasato così: i soldati della Siria avevano rinunciato a trovare Acab, finché uno di loro non tirò una freccia A CASO. Il CASO fece sì che la freccia, nel suo percorso, attraversasse l’unica fessura dell’armatura che avrebbe potuto uccidere il re d’Israele, “tra la corazza e le falde”. Non credo vedremo mai un CASO così sovrano!

Ora, abbiamo un caso di “caso” nelle Scritture? Certo che sì! E non solo questo, ma molti altri descritti in modo così apparentemente casuale. La grande domanda è se questo “caso” non possa essere visto come un’unione di elementi casuali che cooperano per un determinato risultato senza l’azione di Dio, ma come un mezzo attraverso il quale Dio usi le contingenze della vita per realizzare i Suoi propositi. Se guardiamo il contesto di questo passaggio, vedremo che tanto Elia quanto Micaia avevano profetizzato la tragica fine del re d’Israele. Questo significa che non poteva andare diversamente, non c’erano altre possibilità per il futuro. Il punto è che, quello che chiamiamo “caso”, la Scrittura lo chiama “sovranità”. Non possiamo mai perdere di vista, come abbiamo visto all’inizio, che è Dio a controllare tutte le cose, e che le fa accadere secondo il suo eterno disegno.

Forse il punto più difficile di tutta questa questione si trova giustamente nell’applicazione che possiamo trarre da questi testi. Abbiamo visto, nell’ultimo esempio, che una “freccia” lanciata a caso è stata minuziosamente controllata da Dio affinché colpisse chi desiderava. E abbiamo visto anche che il nome di questo caso, è Sovranità. Cosa dobbiamo pensare, dunque, di tutte le tragedie dell’umanità che crediamo avvengano per caso, e delle fatalità che sembrano così opposte ad un Dio che è totalmente buono?

So che esistono situazioni delicate e troppo umane perché i teologi le possano arbitrare, perché gli uomini del nostro tempo sono sempre più propensi a sentimentalizzare le tragedie. Apparentemente è più coerente dire che un bellissimo bimbo di un anno, morto per un proiettile vagante (o una freccia), non abbia nulla a che vedere con Dio. Credo che se questo accadesse a mio figlio ne sarei devastato; il dolore sarebbe assoluto; tuttavia, questo non potrebbe allontanarmi dal sapere che la mano di Dio è presente in ogni evento, in forma permissiva. So per esperienza che non c’è niente di più umano e propulsivo della pace e di un vero riposo del sapere che Dio non perde mai il controllo, e che è l’agente primario di tutte le cose; ma c’è di più: Egli è sempre stato dietro ad ogni tragedia affinché, alla fine, essa glorificasse il Suo nome e portasse benedizione al Suo popolo.

Possiamo dunque dire che: una pallottola vagante che colpisce un bambino o un pastore; una valanga che uccide centinaia di famiglie; un aereo che cade uccidendo molte persone; la morte di un figlio o di una persona amata; una malattia grave; un gravissimo incidente; un tradimento; un attacco terroristico; uno stupro di gruppo di adulti o bambini; gli aborti; o qualsiasi altra tragedia dell’umanità,

hanno Dio come agente primario, e gli agenti secondari come responsabili! La Scrittura non ce lo dice chiaramente, ma ci invita a riposare nel saggio controllo di Dio. Questo è amore, poiché sappiamo che Colui che ci ama si prende cura di noi con un amore indicibile, al punto di far sì che tutte le circostanze cooperino per il nostro bene. E credere questo, fratelli, ci dà pace.

Giungendo al termine di questo testo, esprimo il mio profondo desiderio per questa generazione e per la prossima: che abbraccino con tutte le loro forze la dottrina della sovranità di Dio; che si dilettino di Dio in tutto ciò che Egli fa; che imparino a vedere la buona mano di Dio nella notte scura dell’anima, e nella valle d’ombra della morte. Lui ci ha già detto che sarà sempre lì a guidarci. Dobbiamo, fratelli, riportare Dio nello scenario. Non possiamo più tenere questa visione bassa o distorta del Signore. Lui è sempre stato, e sempre sarà sovrano.

Perché è importante vedere Dio così? Perché questo ci fa vedere la nostra vita attraverso lenti differenti. Credo che innumerevoli suicidi, l’alto indice di depressione o qualsiasi altra malattia mentale abbia come fondamento una bassa visione di Dio riguardo alle tragedie dell’umanità. Se capissimo che Dio fa ogni cosa pensando al bene del Suo popolo, avremmo molta più pace nella vita che ansia e preoccupazione. Desidero una generazione che abbia una visione esaltata di Dio in ogni occasione. Desidero che possiamo vedere Dio attraverso le lenti della sovranità, e non le lenti del caso e della fatalità.

Che Dio ti aiuti e ti benedica, caro fratello, nella comprensione di questo testo, e che tu possa trovare la vera pace riposandoti nella sovranità di Dio.

Rodrigo Caeté

Pastore della UIECB e autore dei libri Pulpito Feminino, O Calice do Evangelho, e Pregadores nas maos de un Deus irado.

Articolo originale 2020 © Rodrigo Caeté per Ministerio Reformai https://reformai.com/o-acaso-soberano/

Traduzione italiana Paini Alessia @FedeRiformata.com

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