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L'indescrivibile amore di Dio


Autore: Thomas Manton (1620-1677), ministro presbiteriano.

Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.”

Giovanni 3.16

In queste parole abbiamo la somma e la sostanza del Vangelo. In esse, possiamo osservare:

1. La fonte e la realtà di tutta la grazia e salvezza che ci sono date, ovvero l’amore indicibile di Dio per l’umanità: Dio ha amato il mondo.

2. Il cammino che Dio ha intrapreso per recuperare la nostra condizione decaduta o l’effetto e il frutto che derivò da questa fonte: Che diede il Suo unigenito Figlio.

3. Il fine di tutto questo: affinché chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia vita eterna.

Nella prima parte, notiamo come l’ascensione e l’inizio di tutto sia l’amore inconcepibile di Dio: “Dio ha tanto amato il mondo”. Osserviamo:

1. L’oggetto: il mondo; 2. l’atto: l’amare; 3. il grado: tanto.

Osserviamo mediante queste parole che la causa prima della nostra salvezza è il sublime amore di Dio. La causa esterna fu la nostra miseria; ma la causa interna fu l’amore di Dio.

(1) L’amore è essenza di tutto.

Possiamo dare risposte a molti quesiti, ma non possiamo trovare la ragione dell’amore di Dio. Dio ha rivelato la Sua saggezza, potere, giustizia e santità nella nostra redenzione per mezzo di Cristo. Se vi chiedeste perché Egli abbia fatto tanto per una creatura senza valore, creata nel principio dalla polvere della terra, che peccò contro di Lui e che non fu in alcun modo utile, abbiamo una risposta tra le mani: perché ci ha amati.

Se proseguiste chiedendo: “Ma perché ci ha amati?”. Non abbiamo altra risposta che: “Perché ci ha amati”; poiché andare oltre a ciò che ci è rivelato è un terribile errore. E la ragione ci è data da Mosè:

Il SIGNORE si è affezionato a voi e vi ha scelti, non perché foste più numerosi di tutti gli altri popoli, anzi siete meno numerosi di ogni altro popolo, ma perché il SIGNORE vi ama: il SIGNORE vi ha fatti uscire con mano potente e vi ha liberati dalla casa di schiavitù, dalla mano del faraone, re d'Egitto, perché ha voluto mantenere il giuramento fatto ai vostri padri.” (Deuteronomio 7.7-8)

Ovvero, per riassumere: Ti ha amato perché ti ha amato. La stessa ragione ci è data dal Signore Gesù Cristo: Sì, Padre, perché così ti è piaciuto.” (Matteo 11.26)

Tutti noi siamo stati bersaglio della Sua misericordia liberamente, in modo immeritato; oltre a questo, non abbiamo risposta alle richieste di una motivazione per la nostra salvezza, se non l’amore di Dio.

(2) L’amore è il progresso e il perfezionamento della nostra salvezza in Cristo.

È appropriato che tanto l’inizio, quanto il mezzo e la fine si adeguino, quindi, e l’amore di Dio è tanto notevole in tutto il disegno e la rivelazione di quest’opera benedetta di salvezza, che Egli diventa molto maggiore in maestà e nella sua fonte. Il grande fine di Dio nella nostra redenzione è la rivelazione del Suo amore e misericordia nei confronti dell’umanità, ma non solo la rivelazione, ma anche la prova.

Questa è la parola dell’apostolo:

Dio invece mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.” (Romani 5.8)

Una cosa può essere provata come verità e tuttavia non essere degna di lode, o giudicata come buona. Tuttavia, il piano di Dio era non solo che credessimo nella verità, ma anche che la ammirassimo provando la grandezza del Suo amore. Ora, dall’inizio alla fine, l’amore è tanto visibile nella rivelazione che non possiamo ignorarlo. La luce del sole non è più rivelatrice né più gloriosa dell’amore di Dio nella nostra redenzione per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo.

Se ci sono altri motivi della nostra salvezza, sono di esclusività e meritocrazia di Cristo:

I. Il merito di Cristo non fu la causa prima dell’amore di Dio, ma la sua rivelazione, il frutto e l’effetto

Il testo ci dice che prima Egli amò il mondo, e poi diede il Suo Figlio unigenito. È scritto che:

“Da questo abbiamo conosciuto l'amore: egli ha dato la sua vita per noi; anche noi dobbiamo dare la nostra vita per i fratelli.” (1Giovanni 3.16)

Notate che, così come percepiamo e scopriamo le cause dagli effetti che ne conseguono, così percepiamo l’amore di Dio per la morte di Cristo. Cristo è il principale mezzo attraverso il quale Dio conduce i propositi della Sua grazia e, pertanto, nelle Scritture è mostrato Cristo come servo dei decreti del Padre.

II. Non c’è alcun valore in noi

Quando l’amore di Dio Lo portò a dare Cristo per noi, Egli aveva tutta l’umanità in mano, pur essendo essa in una miseria totale a causa dei peccati, e dunque provvide un Redentore per essa. All’inizio, Dio fece una legge perfetta, che proibiva ogni peccato con la morte come pena. L’uomo violò questa legge, e noi la violiamo giorno dopo giorno in ogni peccato.

Quando gli uomini continuarono a peccare e ad essere ostili nei confronti di Dio, Egli fu soddisfatto di mandare Suo Figlio per assumere la nostra natura e morire per le nostre trasgressioni. Pertanto, la donazione di un Redentore fu opera della Sua libera misericordia. Quando Cristo venne a compiere l’espiazione, l’uomo non amava Dio, era il Suo arcinemico: In questo è l'amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che egli ha amato noi, e ha mandato suo Figlio per essere il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati.” (1Giovanni 4.10)

E voi, che un tempo eravate estranei e nemici a causa dei vostri pensieri e delle vostre opere malvagie, ora Dio vi ha riconciliati” (Colossesi 1.21-22)

Eravamo tanto insensati nella nostra miseria, tanto sciocchi di fronte alla cura divina, tanto lontani dal meritarla da non desiderarla. La motivazione di tutto sta nell’amore di Dio, non in noi.

APPLICAZIONI

1. Rifiutate ogni argomentazione contro la Persona di Dio

Il grande obiettivo di Satana è quello di distruggere la verità riguardo alla bontà di Dio. In questo modo attaccò i nostri progenitori, come se Dio (nonostante tutta la Sua bontà nella loro creazione) provasse invidia della felicità e del piacere dell’uomo. Il Diavolo non ha messo da parte il suo antico costume. Egli cerca di nascondere la bontà di Dio, e di rappresentarlo come un Dio che si diletta nella nostra distruzione e condanna, invece che nella nostra salvezza, come se Egli fosse inesorabile. Non potendo prevalere, Satana ci tenta con pensieri poveri, indegni e malvagi riguardo alla bontà e alla misericordia di Dio.

Non possiamo evitare la tentazione, ma dobbiamo riempirci di riflessioni e pensieri sul Suo amore nel dare Suo Figlio per noi. Questo mostra che Dio è più pieno di misericordia e bontà di quanto il sole lo sia della luce, o il mare dell’acqua. Un effetto tanto grande mostra la grandezza della causa.

Dio ha rivelato il Suo amore in modo tanto meraviglioso e glorioso affinché potessimo avere pensieri sempre maggiori della Sua bontà e misericordia. Grazie ad altri effetti, possiamo capire facilmente la perfezione dei Suoi attributi: il Suo potere onnipotente (Ro 1.20), la Sua conoscenza onnisciente (Eb 4.12-13). Grazie a questo, è facile capire che il Suo amore è infinito, o che Dio è amore.

2. Contempla profondamente l’amore di Dio

Ci sono tre cose che possiamo dedurre nel ricevere il favore di Dio: la buona volontà di Colui che dà; la grandezza del regalo; la dignità di colui che riceve. Tutti i punti si spiegano da sé.

-La buona volontà di Colui che dà

Nulla spinse Dio a fare questo, se non il Suo stesso amore. Fu a partire dal libero desiderio del Suo stesso cuore, senza la nostra interferenza. Nessun’altra ragione è data o può essere data.

Non abbiamo svolto alcun processo per questo; non potrebbe esistere nelle nostre menti e nei nostri cuori; nelle nostre menti il concepire o nei nostri cuori il desiderare una tale cura per recuperare lo stato decaduto dell’umanità. Non sta nelle nostre menti, poiché è un grande mistero:

“Senza dubbio, grande è il mistero della pietà” (1Timoteo 3.16a).

Non è nei nostri cuori chiedere o desiderare, poiché sarebbe una richiesta strana, quella che l’eterno Figlio di Dio assuma la nostra carne e diventi peccato e maledizione per noi. Ma la grazia opera “infinitamente di più di quel che domandiamo o pensiamo” (Ef 3.20), oltre a ciò che possiamo immaginare e oltre a ciò che possiamo chiedere in preghiera a Lui.

-La grandezza del regalo

Grandi cose giungono alla nostra mente, che lo desideriamo o no. Il dono della grazia di Cristo è tanto glorioso che l’amore di Dio si svuota completamente in esso. Egli non ha un Cristo migliore, né un Redentore più degno, né un altro Figlio che muoia per noi; né il Figlio di Dio potrebbe soffrire più indegnità di quelle che patì per causa nostra… Dunque ora possiamo sapere che Dio ci ama; ecco il segno manifesto e il marchio del Suo amore. -La dignità di colui che riceve

Eravamo totalmente indegni che il Figlio di Dio si incarnasse e morisse per noi. Questo è notevolmente arricchito dall’apostolo:

“Difficilmente uno morirebbe per un giusto; ma forse per una persona buona qualcuno avrebbe il coraggio di morire; Dio invece mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.” (Romani 5.7-8)

L’apostolo allude alla familiare distinzione tra i giudei: essi avevano i loro uomini “buoni” e “saggi”; i loro uomini “giusti”, zelanti della legge; e i loro uomini “cattivi”, giudicati antipatici.

Forse qualcuno rischierebbe la sua vita per una persona molto misericordiosa? O per un uomo buono e giusto? È raro che qualcuno muoia per qualcun altro, soprattutto quando l’altro non è mai stato buono e giusto. Ma la misericordia di Dio va infinitamente oltre la dimensione di qualsiasi dimostrazione d’amore dell’uomo.

Non c’era nulla in noi che meritasse l’interesse di Dio, non eravamo buoni né giusti, ma totalmente perversi, senza rispetto per qualsiasi valore, poiché ci trovavamo tutti in uno stato di condanna; tuttavia, Egli mandò Suo Figlio a morire per noi, per riscattarci e liberarci dalla morte eterna e per renderci partecipi della vita eterna. Dio ha tanto amato il mondo, quando eravamo peccatori e ci trovavamo in uno stato di condanna.

Thomas Manton (1620-1677)

Ministro presbiteriano dell’epoca puritana, in Inghilterra. Manton fu membro dell’Assemblea di Westminster, insieme al cappellano Oliver Cromwell.

Articolo originale tratto dal sermone XVI “Sermoni su Giovanni 3.162, in Obras Completas de Thomas Manton, DD, vol.2. Tradotto per Ministerio Reformai da Elnatan Rodrigues © 2020. Citazioni della Scrittura a cura di Versao Almeida Corrigida Fiel (ACF). Link all’originale: https://reformai.com/o-amor-indizivel-de-deus/

Traduzione italiana Paini Alessia @FedeRiformata.com

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