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L'ultimo nemico

“Fermo! Chi va là?”

Queste potrebbero essere le parole di una sentinella che si trova ad affrontare un misterioso sconosciuto nell’oscurità. La sentinella deve discernere l’identità dell’intruso per determinare se si tratti di un amico o un nemico. Armata per proteggere il suo territorio, la vigile guardia vuole evitare due mali: 1) l’ingresso nel complesso di un nemico che mira alla distruzione e 2) ‘erroneo scontro a fuoco con un alleato barcollante nel buio.


C’è un intruso nel nostro giardino: la morte. Il nostro compito è quello di determinare se il suo ghigno è la diabolica maschera di un nemico mortale o il sorriso benigno di un amico che è venuto a salvarci da questa valle di lacrime. Dovremmo accoglierlo con forti proteste o a braccia aperte?


La Bibbia descrive la morte come un nemico. Non è l’unico nemico del cristiano, ma è descritto come il suo “ultimo nemico”. In 1Corinzi, Paolo afferma che Cristo regnerà finché avrà messo sotto ai Suoi piedi tutti i Suoi nemici, ultimo tra i quali la morte (15:25-26). Che consolazione per il credente, sapere che Colui nel quale ha riposto la sua fiducia è il Christus Victor. Lo vediamo chiaramente in Ebrei, quando l’autore descrive Gesù come il nostro archegos, il “campione supremo” (anche tradotto con principe, capo, N.d.T.) del Suo popolo.


Il tema del campione non è centrale solo per Ebrei, ma per tutta la Bibbia. Pensiamo al famoso scontro tra Davide e Golia: gli israeliti e i filistei avevano concordato che l’esito della loro guerra non sarebbe stato determinato da uno scontro totale tra i loro eserciti, ma da una sfida tra rappresentanti di ognuna delle due schiere. Golia, l’enorme campione dei filistei, terrorizzava i cuori dei soldati giudei, poiché sembrava invincibile. Nessuno si offrì di sfidarlo finché un ragazzino, Davide, un pastore, non si fece avanti. La sua vittoria su Golia fu sorprendente, eppure impallidisce di fronte alla vittoria del Figlio di Davide, che fu anche Signore di Davide e suo campione. Come Davide si oppose al potere di Golia, Gesù si oppose al potere di Satana stesso.


Notate il legame tra l’insegnamento di Paolo in 1Corinzi 15 e quello di Ebrei 2.


1Corinzi 15:25-28 dice, “Poiché bisogna ch'egli regni finché abbia messo tutti i suoi nemici sotto i suoi piedi. L'ultimo nemico che sarà distrutto sarà la morte. Difatti, Dio ha posto ogni cosa sotto i suoi piedi; ma quando dice che ogni cosa gli è sottoposta, è chiaro che colui che gli ha sottoposto ogni cosa, ne è eccettuato. Quando ogni cosa gli sarà stata sottoposta, allora anche il Figlio stesso sarà sottoposto a colui che gli ha sottoposto ogni cosa, affinché Dio sia tutto in tutti. Vediamo ora Ebrei 2:8-10: “Avendogli sottoposto tutte le cose, Dio non ha lasciato nulla che non gli sia soggetto. Al presente però non vediamo ancora che tutte le cose gli siano sottoposte; però vediamo colui che è stato fatto di poco inferiore agli angeli, cioè Gesù, coronato di gloria e di onore a motivo della morte che ha sofferto, affinché, per la grazia di Dio, gustasse la morte per tutti. Infatti, per condurre molti figli alla gloria, era giusto che colui, a causa del quale e per mezzo del quale sono tutte le cose, rendesse perfetto, per via di sofferenze, l'autore della loro salvezza.”

Sia 1Corinzi che Ebrei richiamano il Salmo 8, in cui il “figlio dell’uomo” compie il destino del Secondo Adamo e riceve dal Padre il dominio sulla creazione. Questa sottomissione di tutte le cose a Cristo ha sia un aspetto presente che futuro. Nella Sua ascensione, Cristo è stato investito come Re dei re e Signore dei signori. È già seduto alla destra del Padre e regna su tutta la creazione. Eppure, la creazione non è ancora sottomessa e sottoposta a Lui nella sua totalità. In breve, Cristo ha dei sottoposti ribelli. Satana stesso si sta ancora ribellando.


Il legame tra Satana e la morte è importante: “Poiché dunque i figli hanno in comune sangue e carne, egli pure vi ha similmente partecipato, per distruggere, con la sua morte, colui che aveva il potere sulla morte, cioè il diavolo, liberare tutti quelli che dal timore della morte erano tenuti schiavi per tutta la loro vita” (Eb 2:14-15).


Il diavolo, dunque, ha avuto potere sulla morte finché questo potere non gli è stato strappato via da Cristo. Dobbiamo ricordare che qualsiasi autorità Satana abbia mai avuto gli è stata delegata, poiché l’autorità ultima sulla morte e su ogni altra cosa appartiene a Dio. L’autorità delegata di Satana sulla morte gli è stata tolta da Cristo. L’aspetto ironico di tutto questo è che la vittoria di Cristo sul diavolo e sul potere della morte è stata compiuta mediante la Sua stessa morte. Nella morte, Gesù ha vinto la morte, poiché essa non è riuscita a trattenerlo.


Eppure, questa vittoria ha anche un aspetto futuro, poiché Paolo afferma che l’ultimo nemico ad essere distrutto sarà la morte. Scrisse questo anni dopo la croce. Nonostante Cristo abbia dato un colpo mortale a Satana e alla morte nella Sua stessa morte, rimaneva ancora una vittoria da conquistare.


Sulla croce, è avvenuto qualcosa di glorioso e di decisivo per quanto riguarda la morte. Il suo pungiglione è stato rimosso dall’autore della nostra salvezza. Paolo scrisse: “Quando poi questo corruttibile avrà rivestito incorruttibilità e questo mortale avrà rivestito immortalità, allora sarà adempiuta la parola che è scritta: «La morte è stata sommersa nella vittoria». «O morte, dov'è la tua vittoria? O morte, dov'è il tuo dardo?» Ora il dardo della morte è il peccato, e la forza del peccato è la legge; ma ringraziato sia Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo” (1Co 15:54-57).


Ecco la nostra “cristologia del campione”. Dio ci ha dato una vittoria che non abbiamo ancora conquistato da noi. Qualcun altro ha vinto per noi. La vittoria su Golia non è degna di essere paragonata alla vittoria sulla morte.


La morte, dunque, è un amico o un nemico, ora? Per i credenti, la morte è un’amica, poiché ci porta all’immediata presenza di Cristo ma, essendo ancora segnata da tanta sofferenza, rimane l’ultimo nemico da sconfiggere. Eppure, il nostro problema con la morte non è con il fatto di morire in sé, ma con il processo che porta ad essa. “Morire” è ciò di cui hanno paura i cristiani. Quale cristiano ne avrebbe paura, se significasse semplicemente chiudere i propri occhi e finire in paradiso? Sappiamo che oltre la morte c’è la gloria, e che essa non è che il portale o la soglia di quella gloria.


Paolo conosceva la gloria della morte, come evidenziato dalla sua angoscia e ambivalenza riguardo alla sua possibile dipartita. Ha scritto, infatti: “Per me il vivere è Cristo e il morire guadagno. Ma se il vivere nella carne porta frutto all'opera mia, non saprei che cosa preferire. Sono stretto da due lati: da una parte ho il desiderio di partire e di essere con Cristo, perché è molto meglio; ma, dall'altra, il mio rimanere nel corpo è più necessario per voi” (Fl 1:21-24).


Paolo, qui, mette a confronto la vita e la morte. Non è un confronto tra buono e cattivo, né tra buono e leggermente meglio. È un confronto tra buono e molto, molto meglio.


Poiché Cristo ha vinto sulla morte, siamo chiamati “super-vincitori” da Paolo: “Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati” (Ro 8:37). “Tutte queste cose” includono la vita, la morte e tutto ciò che sta in mezzo. Il dominio sulla maledizione della morte è stato suggellato per coloro che Cristo ama.


Nello stesso passaggio, Paolo risponde alla sua stessa domanda riguardo a cosa potrebbe separarci dall’amore di Cristo: nulla potrebbe mai farlo, nemmeno la morte. Coloro che si stanno avvicinando a quel giorno mortale non hanno nulla da temere, se non Dio.


R.C. Sproul

Fondatore di Ligonier Ministries, pastore fondatore della Saint Andrew’s Chapel di Sanford (Florida) e primo presidente del College Reformation Bible. Autore di più di cento libri, tra cui The Holiness of God.


Articolo originale: The Last Enemy, copyright year 2000 by R.C. Sproul, Ligonier Ministries. Used by permission. Tradotto con permesso.


Traduzione italiana Paini Alessia @FedeRiformata.com

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