Ecclesiaste 3:1-15
“Per tutto c'è il suo tempo, c'è il suo momento per ogni cosa sotto il cielo: un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare ciò che è piantato, un tempo per uccidere e un tempo per guarire, un tempo per demolire e un tempo per costruire; un tempo per piangere e un tempo per ridere, un tempo per far cordoglio e un tempo per ballare, un tempo per gettar via pietre e un tempo per raccoglierle, un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci; un tempo per cercare e un tempo per perdere, un tempo per conservare e un tempo per buttar via, un tempo per strappare e un tempo per cucire, un tempo per tacere e un tempo per parlare; un tempo per amare e un tempo per odiare, un tempo per la guerra e un tempo per la pace. Che profitto trae dalla sua fatica colui che lavora? Io ho visto le occupazioni che Dio dà agli uomini perché vi si affatichino. Dio ha fatto ogni cosa bella al suo tempo: egli ha perfino messo nei loro cuori il pensiero dell'eternità, sebbene l'uomo non possa comprendere dal principio alla fine l'opera che Dio ha fatta. Io ho riconosciuto che non c'è nulla di meglio per loro del rallegrarsi e del procurarsi del benessere durante la loro vita, ma che se uno mangia, beve e gode del benessere in mezzo a tutto il suo lavoro, è un dono di Dio. Io ho riconosciuto che tutto quel che Dio fa è per sempre; niente c'è da aggiungervi, niente da togliervi; e che Dio fa così perché gli uomini lo temano. Ciò che è, è già stato prima, e ciò che sarà è già stato, e Dio riconduce ciò ch'è passato.”
La prima cosa che vediamo in questo libro di Ecclesiaste è che è una composizione della storia di vita di Salomone. Più di Davide, re di Israele, Salomone ha avuto una grande difficoltà riguardo alla sua spiritualità. È caduto in apostasia. Vediamo che Salomone, in tutto questo, cerca di creare una meditazione riguardo alla vita: come si può vivere bene? Nello scritto di Salomone, è molto curioso il fatto che per lui, vivere bene, è vivere davanti a Dio. In tutto il libro di ecclesiaste vediamo una serie di situazioni in cui Salomone parla della vita su questa terra, in cui ci saranno piaceri e dolori, dubbi e certezze, e in cui dovremo anche affrontare la morte. Sorprendentemente questo fa parte della nostra esistenza. Sappiamo che c’è il piacere della comunione con i fratelli e con la famiglia, il piacere di stare insieme agli altri e di godere una giornata di sole. Per Salomone, questa situazione della brevità della vita deve farci riflettere sul modo in cui possiamo fare tutto il possibile per vivere bene. Ma non possiamo vivere bene senza la presenza di Dio nella nostra vita. Nulla ha un senso senza Dio. Quelli che sono vivi non sanno come moriranno. Quelli che sono morti, non sanno più nulla. Qui Salomone parla a tutti noi. Noi dobbiamo pensare anche a Cristo, colui che ha la possibilità di riscattarci da questa vita senza senso, questa vita piena di paura. Noi non dobbiamo avere paura. La paura è ovunque, la morte è vicina, ma noi dobbiamo sapere che Cristo è la nostra speranza. Che cristo ci ha riscattato dalla maledizione della legge. Che Cristo perdona i nostri peccati.
In questa pastorale vorrei farvi riflettere: diamo senso alla nostra vita. la nostra speranza non è finita. Nulla ci può separare da cristo. Diventiamo insieme dei messaggeri di speranza, non di caos, non di morte, non di “fake news”. Prendiamo questo come compito per tutti noi, per poter aiutare tutte le persone che amiamo. Prendiamo questo come la sfida più grande nel momento più difficile. Desiderare pace in un momento di guerra. Noi abbiamo questa pace, in Cristo.
Rev. Humberto Arisa de Oliveira
Chiesa Presbiteriana di Legnano e Brescia
Pastorale del 29/03/2020
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