Prima della sua conversione, Martin Lutero lottò contro la realtà del peccato nella sua vita. Lutero si dedicò al sistema cattolico-romano di buone opere per placare la sua coscienza peccaminosa, ma nessuna di quelle opere soddisfò la sua coscienza colpevole. Solamente quando scoprì l’insegnamento di Paolo della giustificazione per fede, trovò la “porta del cielo”, e capì la grazia di Dio che si trova in Gesù Cristo. Dedicò poi il resto della sua vita a proclamare la buona notizia, il fatto che la giustificazione si riceve solo per mezzo della fede.
Ma il messaggio di Lutero non si limitò semplicemente alla predicazione della libera grazia di Dio in Cristo. Lutero comprese che, affinché la giustificazione per fede avesse un senso, era necessario abbracciare l’insegnamento delle Scritture riguardo al peccato. Nonostante Lutero sperimentò una profonda convinzione del proprio peccato, sapeva che non tutti condividevano la stessa esperienza, o la stessa coscienza sensibile. Pertanto, il riconoscimento del peccato non avrebbe potuto, in ultima analisi, essere radicato nell’esperienza soggettiva. Prima, come per la giustificazione, la nostra peccaminosità deve essere riconosciuta per la fede basata sulla Parola di Dio.
“Anche se non riconosciamo alcun peccato in noi stessi dobbiamo, comunque, credere che siamo peccatori. Per questo l’apostolo disse: “Infatti non ho coscienza di alcuna colpa; non per questo però sono giustificato; colui che mi giudica è il Signore” (1Co 4.4). Perché, così come la giustizia di Dio è viva in me per la fede, per la stessa fede il peccato è vivo in me; ovvero, solo per fede dobbiamo credere che siamo peccatori, perché questo non è ovvio per noi. In verità, la maggior parte delle volte, non sembriamo essere coscienti di noi stessi [come peccatori]. Pertanto, dobbiamo basarci sul giudizio di Dio e credere nelle parole con le quali Egli ci dice che siamo ingiusti, perché Egli non può mentire.” (Parole di Lutero, Luther’s Works, 25:215)
In tempi in cui l’enfasi è posta sulle esperienze soggettive, è necessario tornare a sottolineare che la nostra fiducia dev’essere riposta nella Parola di Dio, e non in noi stessi, anche quando si parla della nostra peccaminosità. E questo fa una grande differenza!
Per coloro che lottano contro il peccato
Se tu senti il peso del peccato, sappi che la tua esperienza non è l’opera finale, ma solo il punto di partenza. Permetti che quest’esperienza con il peccato ti umili, perché tu possa essere disposto a sentire ciò che Dio ha da dire sul tuo peccato. In un certo senso, non devi restare colpito o sorpreso per il tuo peccato, poiché se sei un cristiano, hai già confessato di essere un peccatore.
Romani 1-3 è una descrizione del tuo problema, non solo dei problemi di “quelli là fuori”. La tua esperienza con il peccato è semplicemente la conferma di quanto profondo sia il problema, e di quanto disperatamente tu abbia bisogno di un Salvatore. Invece di essere oppressi da certi peccati, confessiamo per fede che tutta la nostra condizione è caduta, e che la nostra unica speranza è Cristo.
Per coloro tentati dalla giustizia auto-amministrata
Se invece sei una persona che non sente una grande tristezza emotiva a causa del tuo peccato? Se, come disse Lutero, per te il tuo peccato “non è ovvio”? Anche tu devi sentire ciò che Dio dice del tuo peccato, e devi crederci. Anche se la tua vita sembra seguire il percorso giusto, la Parola di Dio ci parla della realtà più profonda del nostro peccato. Anche quando fai buone opere e vivi in modo disciplinato, le Scritture ci avvertono che tutte le nostre opere giuste, al di fuori di Cristo, sono come abiti sporchi (Is 64.6), e che i nostri cuori sono ingannevoli più di ogni altra cosa (Gr 17.9). Questo non significa che devi affondare nel peccato e nella colpa. Ma, per fede, tutti devono confessare che la Scrittura rivela correttamente la nostra condizione decaduta [separata da Cristo], e che la nostra giustizia non fa che condannarci.
Per il predicatore
Pertanto, predicatore, predica sul peccato! La fede viene ascoltando la Parola di Dio. Questo è vero non solo per capire la giustificazione, ma anche per capire meglio il nostro peccato. Quindi, non aver paura di predicare sul peccato, anche se hai una congregazione piena di persone apparentemente integre moralmente, o persone ferite, o con altri tipi di preoccupazioni urgenti. È molto più facile parlare della disperazione e delle ingiustizie, o sul mondo caduto in cui viviamo, e questi sono argomenti importanti. Ma, perché il Vangelo venga ascoltato, dobbiamo anche parlare del nostro peccato personale. Insegna loro ciò che la Scrittura rivela e chiamali a credere, confessando i propri peccati per fede. Solamente allora essi saranno pronti a rallegrarsi con la meraviglia del Vangelo.
Geoff Chang
Pastore associato della Chiesa Battista Hinson di Portland, Oregon (Stati Uniti)
Articolo originale: Ministero Reformai, tradotto in portoghese da Amanda Martins, revisione Elnatan Rodrigues. https://reformai.com/a-realidade-do-pecado-segundo-lutero/ Tradotto con permesso da FedeRiformata.com. Testo originale Confessing our Sin by Faith, disponibile su historicaltheology.com
Traduzione italiana Paini Alessia @FedeRiformata.com
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