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Chi può amministrare i sacramenti?


Con l’isolamento sociale imposto dal coronavirus, alcune chiese hanno inaugurato la pratica della “Cena online”. Il procedimento consiste nel fatto che i membri provvedano agli elementi della Cena (pane e vino), e che il Pastore, via internet, faccia la preghiera di consacrazione degli elementi, a distanza. I credenti si servono poi da soli.

Sono stati scritti molti articoli in opposizione a questo. Tuttavia, vorrei affrontare uno dei punti importanti che generalmente è messo in dubbio in questa discussione: chi può amministrare i sacramenti? Solo il Pastore o qualsiasi membro della chiesa? Vediamo i punti seguenti:

1. L’amministrazione dei sacramenti riguarda solo gli officianti.

Gesù è il Re della Chiesa, e la amministra per mezzo di officianti che devono seguire la Parola.

Nell’Antico Testamento, gli uffizi erano Profeta, Sacerdote e Re. Ogni uffizio aveva le proprie funzioni ed i propri limiti: il Profeta era la bocca di Dio, annunciava il messaggio del Signore; il Sacerdote era l’intermediario tra Dio e gli uomini; il Re era colui che dirigeva il popolo, applicando le leggi del Signore. Erano limitati ai propri uffizi, ovvero il Re non poteva offrire sacrifici, né il Profeta poteva salire al trono, né tantomeno il Sacerdote poteva parlare in nome del Signore. Ogni uffizio aveva funzioni e limitazioni.

Nel Nuovo Testamento, gli uffizi temporanei erano quelli di Apostolo e Evangelista (At 21:8; Ef 4:11). Gli uffizi permanenti (che sono in vigore ancora oggi) erano quelli di Presbitero e Diacono.

Non troviamo, nel Nuovo Testamento, persone che non sono officianti, quindi che non hanno un uffizio, che amministrano sacramenti. Vediamo gli esempi: Giovanni Battista (Profeta), Gesù (Profeta, Sacerdote, Re), Filippo (Evangelista), Paolo (Apostolo). L’unica eccezione è quella di Anania, ordinato direttamente da Dio. In genere, non troviamo persone che li amministrano senza essere officianti.

Per questo, nelle chiese riformate, i “laici” non amministrano i sacramenti. Non c’è una base biblica per questo. Solo gli officianti sono autorizzati dalla Parola a farlo. “Nessuno si prende da sé quell'onore; ma lo prende quando sia chiamato da Dio, come nel caso di Aaronne” (Ebrei 5:4).

2. L’insegnamento deve accompagnare il Sacramento

Le ultime parole di Gesù, nel Vangelo di Matteo, furono:

«Ogni potere mi è stato dato in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente» (Matteo 28:18-20).

Questo passo ci dimostra (“fate discepoli”, “insegnando loro ad osservare tutte quante le cose”) che il battesimo procede insieme all’insegnamento della Parola. Prima gli Apostoli ricevettero questo incarico di insegnare e battezzare, e, dopo di loro, la chiesa.

Trattando questo argomento, Calvino scrisse:

È opportuno ricordare, a questo punto, che l’amministrazione del battesimo o della Cena da parte di un privato è cosa perversa. La dispensazione sia dell’uno che dell’altra infatti compete al ministerio pubblico. Non a donne o a privati Gesù Cristo ha dato l’ordine di battezzare, ma ha affidato questo incarico a coloro che aveva ordinato apostoli. E nell’ordinare ai suoi discepoli di ripetere, celebrando la Cena, quanto egli aveva fatto ha indubbiamente voluto significare che, secondo l’esempio suo, ad uno solo era affidato l’incarico di dispensare il sacramento […] Sono infatti esplicite le parole di Gesù Cristo: “Andate, ammaestrate tutti i popoli e battezzateli!” (Mt 28:19). Non avendo egli ordinato per battezzare altri ministri che quelli cui ha affidato il compito di predicare l’Evangelo non essendo lecito ad alcuno, secondo la testimonianza dell’Apostolo, usurpare nella Chiesa alcuna dignità, a meno di essere chiamato come Aronne (Eb 5:4) agisce malamente e si inserisce in modo illecito nella carica altrui chi pensi poter battezzare senza legittima vocazione. San Paolo dichiara essere peccato ogni azione, sia pure la più insignificante, quale il bere o il mangiare, intrapresa senza convinzione di fede (Ro 14:23). È dunque colpa assai maggiore e grave il battesimo amministrato da una donna in quanto risulta evidente la violazione della norma data da Cristo; sappiamo infatti che è sacrilego il separare cose che Dio ha congiunte.” (Istituzione della religione cristiana, 4.1:20,22)

Sulla stessa linea scrisse Herman Bavink:

Alcuni come Grotio, Salmasius, Episcopio affermano che, in caso il sacerdote o il ministro regolare fosse assente, la Cena del Signore potrebbe essere amministrata anche da un membro comune della chiesa. Tuttavia, questa opinione non ha basi solide. In Matteo 28:19, l’amministrazione del battesimo assieme a quella della Parola fu affidata agli Apostoli. Essi, insieme ai ministri, sono i distributori dei misteri di Dio, i proclamatori dei “segreti” che Dio rivelò nel Vangelo di Cristo (1Co 4:1), dispensatori di Dio il cui compito è distribuire la Sua grazia (1Co 9:17; Tt 1:7-9).” (Dogmatica Riformata, Vol.4)

Più recentemente, Chad Van Dixhoorn, nella sua Guida di Studio della Confessione di Fede, ha scritto:

Certamente, riflettendo sulle persone che devono amministrare i sacramenti, è importante comprendere che Gesù commissionò i suoi discepoli scelti perché andassero per tutto il mondo con la Parola ed i sacramenti – fu un incarico deliberatamente dato ai maestri della Chiesa (Mt 28:19)

In conclusione, il comandamento di insegnare e battezzare fu dato agli apostoli, i primi pastori della chiesa. Ad essi fu affidata la responsabilità di portare avanti questo compito con fedeltà. Ricevettero questo incarico, assieme a tutta l’istruzione di Gesù. Quando Paolo corresse i Corinzi riguardo alla Cena, disse: “Poiché ho ricevuto dal Signore quello che vi ho anche trasmesso…” (1Co 11:23). Vediamo la fedeltà di Paolo al passare esattamente ciò che aveva ricevuto: senza aggiunte, senza deduzioni.

Il sacramento (mysterion) procede insieme alla Parola perché, per amministrarlo, è necessaria la comprensione della Parola. Di quale sia il significato, ad esempio, di espressioni come “bagno della rigenerazione” (Tt 3:5), “questo è il mio corpo” (1Co 11:24), o “discernere il corpo” (1Co 11:29). È necessario affaticarsi nella Parola (1Timoteo 5:17) per comprendere e spiegare queste profonde espressioni bibliche.

3. I ministri della Parola sono anche Ministri dei sacramenti

La parola “sacramento” viene dal greco mysterion, ovvero qualcosa di coperto che dev’essere rivelato. Agostino definì il sacramento come “un segnale visibile di una grazia invisibile”. L’acqua, il pane e il vino non hanno parole, ma parlano eloquentemente, hanno un significato profondo. Il Sacramento è un linguaggio non verbale, e Dio ha utilizzato molte volte un linguaggio non verbale per esprimere la Sua verità.

Il sacramento non può essere separato dalla Parola. Il messaggio verbale perfeziona e completa il messaggio non verbale. In 1Corinzi 4:1 l’Apostolo Paolo scrive: “Così, ognuno ci consideri servitori di Cristo e amministratori dei misteri di Dio.”.

Commentando questo passaggio, Bavink scrisse:

Riguardo a questi misteri, si deve, indubbiamente, prima di tutto, pensare alla Parola del Vangelo. In essa, il sacramento segue la Parola ed è sempre connesso ad essa. A Gerusalemme, gli Apostoli si dedicavano al ministero della preghiera e della Parola (At 6:4). Spezzando il pane (At 20:7,11), Paolo parlò. Dare grazia nella Cena del Signore era una parte del ministero della Parola, dunque era attribuito al ministro, dunque, come lo spezzare del pane in 1Corinzi 10:16, è rappresentato come un atto della congregazione. In accordo con il Didaque, dunque, l’azione di grazia (eucharistein) è il compito dei profeti; secondo Ignazio, è il compito del vescovo; secondo Giustino, è il compito che appartiene al ministro che presiede (proestos), poiché, riguardo a questo, i diaconi servivano e davano il pane e il vino ai comunicanti. Questo legame stretto ed esclusivo dell’amministrazione della Cena del Signore con quella della Parola prova che il ministro agisce in nome di Cristo, e funziona come il dispensatore e distributore dei Suoi misteri.” (Dogmatica Riformata, Vol.4)

Seguendo la stessa linea di pensiero, Calvino afferma:

Paolo innalza il Vangelo denominandolo i misteri di Dio. Inoltre, poiché i sacramenti sono connessi a questi misteri come supplementi, ne consegue che si trovano responsabili di occuparsi della Parola, e sono autorizzati ad amministrarli.” (Commentario a 1Corinzi)

Chad Von Dixhoorn aggiunge:

“Se i sacramenti sono adeguatamente denominati ‘misteri’ del Vangelo, può essere che il Nuovo Testamento insegni che i sacramenti debbano essere amministrati dai ministri, poiché l’Apostolo Paolo dice: ‘Così, ognuno ci consideri servitori di Cristo e amministratori dei misteri di Dio.’ (1Corinzi 4:1).”

4. Cosa stabiliscono le Confessioni di Fede Riformate

Le affermazioni delle verità bibliche esposte in precedenza confermano ciò che è stabilito dalle Confessioni della Chiesa. Vediamo cosa dicono queste Confessioni:

“Crediamo che questa vera chiesa debba essere condotta secondo il governo spirituale che nostro Signore ci ha insegnato con la sua parola: cioè, che vi siano dei ministri o pastori per predicare la parola di Dio e amministrare i sacramenti; che vi siano anche dei sorveglianti e dei diaconi, per essere con i pastori come il senato della chiesa e con questo mezzo conservare la vera religione, e far sì che la vera dottrina abbia il suo corso, così che gli uomini viziosi siano corretti spiritualmente e tenuti a freno, affinché in questo modo i poveri e tutti gli afflitti siano soccorsi e consolati, secondo il loro bisogno.” (Articolo 30)

Così i ministri ci danno, da parte loro, il sacramento e ciò che è visibile, ma nostro Signore ci dà ciò che è significato dal sacramento, cioè i doni e le grazie invisibili, lavando, purificando e nettando le nostre anime da ogni sporcizia e iniquità, rinnovando i nostri cuori e riempiendoli di ogni consolazione, donandoci vera assicurazione della sua bontà paterna, rivestendoci del nuovo uomo e spogliandoci del vecchio uomo con tutte le sue opere.” (Articolo 34)

“…Cristo ha comandato a me e a tutti i credenti di mangiare questo pane spezzato e di bere questo calice in sua memoria, aggiungendo queste promesse, primo, che il suo corpo fu offerto e rotto sulla croce per me e il suo sangue fu sparso per me nello stesso modo in cui vedo con gli occhi il pane del Signore rotto per me e il calice comunicato a me; inoltre, che egli stesso, con il suo corpo crocifisso e il suo sangue sparso, ciba e nutre in vita eterna la mia anima, proprio come ricevo dalla mano del ministro e assaporo con la bocca il pane e il calice del Signore, che mi sono dati come emblemi del corpo e del sangue di Cristo.” (Domanda 75)

Seconda Confessione Elvetica (1566) https://sites.google.com/site/dottrinariformata/confessione-di-fede-elvetica/confessione-di-fede-elvetica-sfogliabile

“…Nostro Signore, infatti, non ha stabilito nella Chiesa della Nuova Alleanza dei sacerdoti, i quali, avendo ricevuto il potere da qualche suffraganeo, offrissero ogni giorno in vittima e sacrificio per i vivi e per i morti la stessa carne e lo stesso sangue del Signore, ma li ha ordinati perché insegnassero e amministrassero i sacramenti.” (18)

“Amministratori dei misteri di Dio. L’Apostolo aggiunge, inoltre, per meglio spiegare ciò che è richiesto al ministero, che i ministri sono amministratori o dispensatori dei misteri di Dio. Ora lo stesso Apostolo, in diversi passi, e soprattutto nell’Epistola agi Efesini (3:4,9) ha chiamato misteri di Dio l’Evangelo di Cristo. Anche gli antichi hanno chiamato i sacramenti di Cristo misteri o segreti. I ministri della Chiesa sono quindi chiamati per annunciare ai fedeli l’Evangelo di Cristo ed amministrare loro i sacramenti.” (18)

“I doveri dei ministri. I compiti dei ministri sono diversi, ma molti li riducono solo a due, comprendendo in essi tutti gli altri: l’ufficio della dottrina evangelica di Cristo e l’amministrazione dei sacramenti. […] Il loro compito è anche quello di amministrare i sacramenti, raccomandarne il vero uso e preparare ognuno, mediante la sana dottrina, a riceverli, intrattenere i fedeli in santa unità e impedire gli scismi, catechizzare e istruire gli ignoranti, raccomandare alla chiesa le necessità dei poveri, visitare i malati e coloro che sono assaliti da diverse tentazioni…” (18)

“Insegniamo anche che, nella Chiesa del Signore, il battesimo non deve essere amministrato dalle levatrici né dalle altre donne, dato che Paolo ha respinto le donne da tutti gli uffici ecclesiastici, fra cui si deve annoverare il compito di battezzare.” In altre parole, il battesimo appartiene agli uffici ecclesiastici. (20)

“…Per cui, come gli apostoli e i dottori che li hanno seguiti hanno pienamente ammaestrato il popolo su questa grazia di Dio, per la sua gloria e per l’umiliazione di ogni orgoglio, ma non hanno trascurato di trattenerla con le sante ammonizioni del Vangelo, sotto l’esercizio della Parola, dei sacramenti e della disciplina…” (4.17)

Confessione di Fede di Westminster (1646) https://www.federiformata.com/shop

“Nel Vangelo sono stati ordinati solo due sacramenti da Cristo, nostro Signore, e nessuno di essi può essere amministrato se non da un Ministro della Parola legittimamente consacrato.” (27.4)

“L’elemento materiale da utilizzare in questo sacramento è l’acqua, con la quale il battezzando sarà battezzato nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo da un Ministro del Vangelo legittimamente ordinato.” (28.2)

“Il Signore Gesù ha, nella Sua ordinanza, istituito i Suoi ministri per dichiarare la Sua parola di istituzione al popolo; per pregare e benedire gli elementi del pane e del vino, separandoli dunque dall’uso comune per un uso sacro; per prendere e spezzare il pane, per prendere la coppa e, dopo averne preso loro stessi, dare entrambi ai soli comunicanti, ma non a coloro che non fanno parte della congregazione.” (29.3)

Catechismo Maggiore di Westminster (1648) https://www.federiformata.com/shop

“Cristo ha stabilito che i Ministri della Sua Parola, nell’amministrazione del sacramento della Cena del Signore, separino il pane e il vino dal loro uso comune, attraverso la parola dell’istituzione, il ringraziamento, e la preghiera; che prendano e spezzino il pane, e che sia il pane che il vino siano dati ai comunicanti; per essi è stato stabilito che prendano e mangino il pane e che bevano il vino in una commemorazione in gratitudine, poiché il corpo di Cristo è stato spezzato e dato, ed il Suo sangue è stato sparso per loro.” (Domanda 169)

“I sacramenti del battesimo e della Cena del Signore hanno in comune quanto segue: l’autore di entrambi è Dio; la parte spirituale di entrambi consiste in Cristo e nei Suoi benefici; entrambi sono suggelli dello stesso Patto; possono essere amministrati solo dai Ministri della Parola, e nessun altro; devono continuare ad essere celebrati nella chiesa di Cristo fino alla Sua seconda venuta.” (Domanda 176)

In conclusione, abbiamo quattro buone ragioni per le quali non partecipiamo ad una “cena domestica”, o “online”, amministrata da persone che non sono pastori. Primo, il fatto che, nel Nuovo Testamento, i sacramenti sono sempre amministrati dagli officianti. Secondo, il fatto che il sacramente è sempre accompagnato dall’insegnamento, e spiegato da esso. Terzo, la conferma del fatto che i Ministri di Cristo sono dispensatori dei misteri di Dio, e che tra essi ci sono anche i sacramenti. Quarto, il riconoscimento, da parte delle chiese, del fatto che questo sia un insegnamento biblico, e che faccia parte, dunque, delle principali confessioni di fede riformate.

La percezione di queste verità ci risparmierà l’errore. Sbagliare nella partecipazione al sacramento è un peccato grave. I Corinzi furono disciplinati per questo: “Per questo motivo molti fra voi sono infermi e malati, e parecchi muoiono.” (1Corinzi 11:30). Che Dio ci salvi dal profanare la tavola del Signore.

Rev. Ageu Magalhães

Resistencia Protestante

Traduzione Paini Alessia @FedeRiformata.com

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