Molte persone in questi giorni ci hanno chiesto se non fosse possibile prendere la Santa Cena a casa, a distanza, a causa di questa quarantena prolungata. Ecco la risposta al quesito da parte del Presidente di uno dei Sinodi Presbiteriani del Brasile.
“Poiché ho ricevuto dal Signore quello che vi ho anche trasmesso; cioè, che il Signore Gesù, nella notte in cui fu tradito, prese del pane, e dopo aver reso grazie, lo ruppe e disse: «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me». Nello stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne berrete, in memoria di me. Poiché ogni volta che mangiate questo pane e bevete da questo calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga». Perciò, chiunque mangerà il pane o berrà dal calice del Signore indegnamente, sarà colpevole verso il corpo e il sangue del Signore. Ora ciascuno esamini se stesso, e così mangi del pane e beva dal calice; poiché chi mangia e beve, mangia e beve un giudizio contro se stesso, se non discerne il corpo del Signore. Per questo motivo molti fra voi sono infermi e malati, e parecchi muoiono. Ora, se esaminassimo noi stessi, non saremmo giudicati; ma quando siamo giudicati, siamo corretti dal Signore, per non essere condannati con il mondo. Dunque, fratelli miei, quando vi riunite per mangiare, aspettatevi gli uni gli altri. Se qualcuno ha fame, mangi a casa, perché non vi riuniate per attirare su di voi un giudizio. Quanto alle altre cose, le regolerò quando verrò.” (1Corinzi 11:23-34)
Cari fratelli, nessuno nasce con la conoscenza e, la funzione dei pastori-maestri, costituiti sul gregge di Cristo, data dallo Stesso DIO, è la stessa: insegnare, edificare! (Efesini 4:11-12). Inoltre, quando la Chiesa diventa corrotta, prende la forma del mondo, la responsabilità è dei Pastori, ai quali il SIGNORE addebiterà il prezzo, soprattutto per la negligenza. (Osea 4:6)
Dunque, biblicamente, è possibile prendere la Santa Cena in casa? NO! La chiesa è il mezzo per i mezzi di grazia: Praedicatio Verbi (la predicazione fedele della Parola), i Sacramenti correttamente amministrati, la preghiera comunitaria, la Comunione dei Santi, la disciplina ecclesiastica, ecc.
Qui, la parola Chiesa dev’essere intesa come Congregazione dei Santi.
Di questo pensiero è la nostra Fede Confessionale, che dice: “L’infallibile regola per l’interpretazione della Scrittura è la Scrittura stessa (Confessione di Fede di Westminster, I.IX). Dice inoltre, come nostra Confessione di Fede BIBLICA, che: La grazia della fede è ordinariamente provocata dal Ministero della Parola e, dall’amministrazione dei Sacramenti e dalla preghiera, essa è incrementata e rafforzata (Confessione di Fede di Westminster, XIV.I).
Afferma inoltre, nel Capitolo XXI – SUL CULTO RELIGIOSO E LA DOMENICA
5. La lettura delle Scritture fatta con timore di Dio, la sana predicazione della Parola, il coscienzioso ascolto della stessa in obbedienza a Dio con comprensione, fede e riverenza, il canto di Salmi con la grazia nel cuore, così come l’amministrazione e la meritata ricezione dei Sacramenti istituiti da Cristo, sono tutte parti dell’adorazione religiosa ordinaria a Dio; a ciò si aggiungono giuramenti religiosi, voti, solenni digiuni e ringraziamenti che, in diverse occasioni, ovvero in diversi momenti e stagioni, devono essere utilizzati in modo santo e religioso. At 15:21; Ap 13; 2Ti 4:2; Gm 1:22; At 10:33; Mt 13:19; Eb 4:2; Is 66:2; Cl 3:16; Ef 5:19; Gm 5:13; Mt 28:19; 1Co 11:23-29; At 2:42
(Puoi trovare la tua copia della Confessione di Fede di Westminster qui: https://www.federiformata.com/shop)
Stiamo dunque utilizzando un palliativo quando le predicazioni e gli studi vengono dai media, perché il metodo corretto è nella Chiesa Istituita e in un luogo fisso. Poiché, per coloro che seguono il Sola Scriptura, esistono gli innegoziabili requisiti del testo di 1Corinzi 11, ovvero:
1) Nel versetto 34, è ordinato ai diffamatori della Santa Cena di mangiare a casa. Il Sacramento avveniva sempre all’interno della Chiesa (Congregazione dei Santi), e non deve mai succedere, nemmeno nel 21esimo secolo, che l’amministrazione del Sacramento avvenga a domicilio, se non in situazioni di malattie gravi per cui il Ministro debitamente ordinato visita il credente. Parlando di Ministro…
2) Nel versetto 23, l’Apostolo Paolo è l’officiante. È il Ministro ordinato da Cristo per quel compito. Nessuno può prendersi questo privilegio per sé (Ebrei 5:4). IN casa, dunque, il Sacramento non può essere amministrato dal marito, da una persona qualsiasi… Da nessuno non commissionato da Dio, avendo ricevuto da Lui il dono di dare nutrimento alla propria Chiesa. Ed il Ministro in nessun modo è autorizzato a farlo se non all’interno della Chiesa.
3) Pensate all’importanza del Ministro, che amministra correttamente l’Ordine di CRISTO. Lui ha ricevuto indicazioni dal SIGNORE, e un membro della chiesa non può fare di quegli elementi ciò che vuole. Dalle mani del Pastore, come da quelle di Gesù, è offerto il Sacramentum, essendo un ordine a cui obbedire seguendo le tappe del Principio Regolatore di ogni servizio offerto a DIO: la Sua Parola.
Dunque a casa, senza Ministro, è impossibile! E solo nella Chiesa (come Congregazione di Santi riunita in un locale) c’è una predicazione con esortazione alla gravità e alla solennità, da parte di un uomo commissionato da Dio, nell’impellente momento in cui il SIGNORE Gesù viene a supplire alla Sua chiesa riunita.
EGLI è il nostro Re e noi, come Suoi sudditi, Gli prestiamo riverenza in tutto ciò che facciamo. Vediamo i versetti da 28 a 32.
4) Nei versetti 24 e 25, dallo stesso uomo investito di autorità, gli elementi della Santa Cena sono ritirati dall’uso comune, continuando ad essere pane e vino, ma essendo trasformati in elementi del profondo alimento mistico necessario alla Perseveranza dei Santi. Dunque, qualcuno solo, che non ha ricevuto il dono dell’imposizione delle mani, come può consacrare degli elementi, e officiare battesimo cristiano e Cena? (Quante persone credono di aver ricevuto il Battesimo e la Santa Cena, mentre non è stato così!)
5) Entrando un po’ nella lingua greca, l’eucarestia richiede la koinonia. La festa dell’agape è il momento di comunione della Chiesa con il suo Capo, e con i fratelli. In casa non c’è modo di avere comunione biblica e di stare insieme, condividendo gli stessi spazi. Questa santa comunione piace straordinariamente a DIO. Vedi il Salmo 133, dove l’amore della fraternità è intrinseco alla distribuzione delle benedizioni eterne.
Per tutto questo, la Santa Cena, come una delle maggiori benedizioni che il SIGNORE ha dato alla Sua chiesa, è qualcosa a cui dobbiamo rinunciare, in questi giorni. Non possiamo creare altri mezzi, esterni alla Scrittura. Non possiamo ricreare il Sacramento Biblico fin quando il SIGNORE non mostrerà misericordia e ci permetterà di tornare al Santo Tempio, dove la Chiesa si riunisce. Di conseguenza, spera con tutta l’anima in questo! Leggi il Salmo 137 con la tua famiglia (qui riportiamo i versetti 1-6):
Là, presso i fiumi di Babilonia, sedevamo e piangevamo ricordandoci di Sion. Ai salici delle sponde avevamo appeso le nostre cetre. Là ci chiedevano delle canzoni quelli che ci avevano deportati, dei canti di gioia quelli che ci opprimevano, dicendo: «Cantateci canzoni di Sion!» Come potremmo cantare i canti del SIGNORE in terra straniera? Se ti dimentico, Gerusalemme, si paralizzi la mia destra; resti la mia lingua attaccata al palato, se io non mi ricordo di te, se non metto Gerusalemme al di sopra di ogni mia gioia.
Il mondo sta subendo una disciplina che viene da un Padre che ama e che per questo lo riprende. D’ora in avanti, i Suoi figli lo comprenderanno e digiuneranno, spinti da questi motivi: il digiuno dalla Santa Cena, la privazione del Tempio, il momento in cui rinunciano ad abbracciarsi!
Niente mezzi espedienti. Questo non è il momento, e mai lo sarà. È il tempo di 2Cronache 7 (13,14):
Quando chiuderò il cielo in modo che non ci sarà più pioggia, quando ordinerò alle locuste di divorare il paese, quando manderò la peste in mezzo al mio popolo, se il mio popolo, sul quale è invocato il mio nome, si umilia, prega, cerca la mia faccia e si converte dalle sue vie malvagie, io lo esaudirò dal cielo, gli perdonerò i suoi peccati, e guarirò il suo paese.
Fratello, sorella! Sodoma e Gomorra non furono distrutte solo per i loro peccati. No! Perché se Dio vi avesse trovato almeno dieci giusti, avrebbe preservato miliardi! La questione non è cercare la soddisfazione di una pseudo-allegria per una pseudo-partecipazione al Sacramento. La risposta, la soluzione, l’unica via d’uscita è la fine, attraverso il ravvedimento, dei peccati della Chiesa, Israele di Dio!
Non prendiamo la Santa Cena a casa, ma ceniamo. Non provochiamo oltre Colui che si è già dimostrato irato!
Fraternamente, vostro fratello e collega,
Rev. Giovan Casteluber
Presidente del Sinodo Belo Horizonte
Chiesa Presbiteriana del Brasile
Traduzione Paini Alessia @FedeRiformata.com
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