Teologo tedesco e parte della resistenza
Dietrich Bonhoeffer (1906-1945), fu un teologo protestante tedesco. Il suo coinvolgimento in un piano per spodestare Adolf Hitler portò alla sua cattura e alla sua esecuzione. Le sue Lettere e scritti dal carcere, pubblicate postume nel 1951, sono forse il più profondo documento riguardante le sue convinzioni.
“La grazia da poco è predicare il perdono senza richiedere ravvedimento, il battesimo senza la disciplina ecclesiastica, la Comunione senza la confessione… La grazia da poco è grazia senza discepolato, grazia senza la croce, grazia senza Gesù Cristo, vivo e incarnato.”
Costo del discepolato (1937)
Prima dell’elezione di Hitler
Bonhoeffer non era cresciuto in un ambiente particolarmente radicale. Era nato in una famiglia aristocratica. Sua madre era la figlia del predicatore della corte del Kaiser Guglielmo II, e suo padre era un prominente neurologo e professore di psichiatria all’Università di Berlino. La sua famiglia aveva una forte eredità artistica e musicale, e anche Dietrich, a sua volta, aveva un grande talento in campo musicale. All’età di 14 anni, però, annunciò di voler diventare un pastore. La sua famiglia non ne era molto felice.
Nel 1927 si laureò all’Università di Berlino, e si guadagnò un dottorato in teologia grazie alla sua influente tesi, Sanctorum Communio (la comunione dei santi). Passò alcuni mesi in Spagna come assistente pastore, e un anno a New York, al seminario Union Theological Seminary. Durante i suoi viaggi fu colpito dal concetto di coinvolgimento sociale della Chiesa per quanto riguarda la giustizia sociale e la protezione degli oppressi.
Contro il nazismo
Nel 1931 tornò a Berlino, e fu ordinato pastore all’età di 25 anni. Insegnava inoltre teologia sistematica all’Università di Berlino. Erano anni difficili per la Germania, soprattutto a causa della Grande Depressione e della disoccupazione di massa, e questa situazione portò all’elezione di Adolf Hitler, nel 1933. Bonhoeffer si mostrò sempre contrario alle idee di Hitler. Ad una rivista radiografica criticò il Fuhrer, e sottolineò i rischi di un suo culto idolatrico. La sua intervista fu interrotta a metà.
Sin dai primi giorni dell’ascensione Nazista, Bonhoeffer fu coinvolto in proteste contro il regime, e con il tempo divenne il principale portavoce della Confessing Church, al centro della resistenza protestante tedesca. La sua idea del fatto che gli ebrei convertiti al cristianesimo avessero gli stessi diritti di tutti gli altri cristiani lo mise in conflitto con molti altri leader cristiani.
Per alcuni anni Bonhoeffer predicò di nascosto per un seminario ma la Confessing Church divenne sempre più riluttante ad esporsi contro Hitler. Deluso dalla debolezza dell’opposizione della chiesa, andò per due anni a Londra, a predicare in una chiesa protestante di lingua tedesca. Sentendosi in colpa per aver lasciato la sua nazione, tornò in Germania, ma poco dopo uno dei leader della Confessing Church fu incarcerato e un altro scappò. L’autorizzazione all’insegnamento di Bonhoeffer fu revocata nel 1936, dopo che fu denunciato come pacifista e nemico dello stato. Il seminario Confessing Church fu chiuso da Himmler.
Nel periodo seguente, nel quale Bonhoeffer insegnava privatamente nell’Est della Germania, scrisse Il costo del discepolato, uno studio sul Sermone su Monte.
Andando in America per predicare come ospite in una chiesa, contemplò l’idea di rimanervi per salvarsi la vita, con la paura di dover prestare giuramento a Hitler o essere incarcerato. Non riuscì, però, a sfuggire dalle proprie responsabilità, e tornò in Germania dopo due settimane. Scrisse al teologo Niebuhr “non avrò alcun diritto di partecipare alla ricostruzione della vita cristiana in Germania dopo la guerra se non condivido gli ostacoli di questo tempo con la mia gente.” Scrisse nell’anno seguente che “la Chiesa era rimasta in silenzio quando avrebbe dovuto urlare, perché il sangue degli innocenti stava gridando al cielo. Essa è colpevole delle morte dei fratelli più deboli e indifesi di Gesù Cristo.”
La prigionia, e la fine
Al suo ritorno in Germania gli fu vietato di parlare in pubblico e di pubblicare articoli. Riuscì, tuttavia, ad unirsi alla Abwehr, gli agenti segreti tedeschi. Era proprio all’interno dei servizi segreti che prese piede la più forte opposizione a Hitler. Bonhoeffer iniziò a mettere in dubbio il proprio pacifismo, chiedendosi se non fosse necessaria la violenza per opporsi ad un regime come quello di Hitler. Venne a conoscenza di diversi piani per uccidere Hitler.
Come membro della Abwehr, si sforzò di aiutare alcuni ebrei tedeschi a spostarsi nella Svizzera neutrale. Fu proprio per questa attività illecita che Bonhoeffer fu arrestato nell’Aprile del 1943. Per un anno e mezzo Bonhoeffer rimase nella prigione militare Tegel. Grazie a guardie antifasciste, riuscì a produrre e far uscire dalla prigione scritti come Etica.
Durante il suo imprigionamento scrisse: “Essere un cristiano non significa essere religioso in qualche modo particolare, o rendersi qualcosa (un peccatore, un penitente o un santo) basandosi su un metodo o l’altro, ma essere un uomo; e non un uomo qualsiasi, ma l’uomo che Cristo crea in noi. Non è l’atto religioso che fa il cristiano, ma la partecipazione alla sofferenza di Dio nella vita secolare.”
Bonhoeffer fu poi trasferito alla prigione di Buchenwald, e poi al campo di sterminio di Flossenburg. Fu impiccato con altri sei il 9 Aprile 194, un mese prima della resa della Germania. Anche nel campo non abbandonò la sua spiritualità, e predicò agli altri prigionieri. Un suo compagno di prigionia, Payne Best, parte dell’esercito britannico, disse che “Bonhoeffer era diverso, calmo e normale, e sembrava perfettamente a suo agio… La sua anima splendeva nella oscura disperazione della nostra prigione.” Attimi prima della sua esecuzione, Bonhoeffer chiese a uno degli altri prigionieri di mandare un messaggio al Vescovo George Bell di Chichester: “Questa è la fine – per me, l’inizio della vita.”
Un dottore del campo che assistette all’impiccagione, affermò: “I prigionieri… furono presi dalle loro celle, ed il verdetto della corte marziale fu letto loro. Attraverso una porta semiaperta, ho visto il Pastore Bonhoeffer, prima di togliersi i vestiti da prigioniero, che si inginocchiava per terra e pregava fervidamente a Dio. Ero estremamente commosso dal modo in cui questo uomo pregava, così devoto e sicuro del fatto che Dio ascoltasse la sua preghiera. Nel luogo dell’esecuzione, ha pregato ancora, e poi ha salito gli scalini fino alla corda, coraggioso e composto. La sua morte è giunta in pochi secondi. In quasi 50 anni in cui ho lavorato come dottore, non ho mai visto un uomo morire in modo così sottomesso alla volontà di Dio.”
Conclusione
Dietrich Bonhoeffer rimane nella storia come un esempio di fede e coraggio. Un martire che ha lottato contro il nazismo e che ne ha subìto le conseguenze con la sicurezza della presenza di Dio in ogni attimo della sua vita. Una luce per coloro che l’hanno conosciuto di persona, e anche per noi, che ne studiamo la storia e gli scritti. Che la sua fede possa essere un esempio per tutti noi.
Paini Alessia
@federiformata.com
Fonti:
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