Il profeta Osea, che profetizzava ad Israele durante il regno di Geroboamo II (794-753 a.C.), descrive un quadro deprimente, delineando una corruzione generale di Israele in quei giorni. Secondo il profeta, “Il SIGNORE ha una contestazione con gli abitanti del paese, poiché non c'è verità, né misericordia, né conoscenza di Dio nel paese: «Si spergiura, si mente, si uccide, si ruba, si commette adulterio; si rompe ogni limite e si aggiunge sangue a sangue. Per questo il paese sarà in lutto, tutti quelli che lo abitano languiranno e con loro gli animali della campagna e gli uccelli del cielo; perfino i pesci del mare spariranno. […] Il mio popolo perisce per mancanza di conoscenza.” (Osea 4:1-4,6)
Il momento che stiamo vivendo, sotto molti aspetti, si identifica con il quadro rappresentato dal profeta Osea. La mancanza di conoscenza di Dio è indicata dal profeta come fattore aggravante di questo quadro sociale di decadenza e miseria. È importante riconoscere, tuttavia, che Dio non rimane indifferente a questo caos dilagante nella società, ma interviene.
Nel primo capitolo della Lettera ai Romani, l’apostolo Paolo parla del trattamento radicale applicato da Dio contro la depravazione umana: “ricevendo in loro stessi la meritata ricompensa del proprio traviamento” (Romani 1:27). È opportuno ricordare, tuttavia, che questo è un trattamento estremo, riservato a coloro che rifiutano di avvalersi della grazia di Dio per essere curati, trasformati e santificati.
È interessante sottolineare che il termine “santità” significa sanità, qualità di chi è sano, o pulito (da cui il termine sanitario). La grazia di Dio, applicata dallo Spirito Santo, è una potente cura che santifica, ovvero, guarisce ciò che è spiritualmente malato, purifica ciò che è moralmente infangato, restaura e trasforma ciò che è psicologicamente deviato. La depravazione umana, dunque, ha una cura. È per questo che, sin dal passato, il Signore esorta il Suo popolo, dicendo: “Lavatevi, purificatevi, togliete davanti ai miei occhi la malvagità delle vostre azioni; smettete di fare il male; imparate a fare il bene” (Isaia 1:16,17).
Nella prima Lettera ai Corinzi, nei versetti 6:9-11, si trova una bellissima testimonianza di Paolo, riguardo a cosa può succedere, nella vita di uomini e donne depravate, quando lasciano che la grazia di Dio li curi: “Non sapete che gl'ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non v'illudete; né fornicatori, né idolatri, né adùlteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriachi, né oltraggiatori, né rapinatori erediteranno il regno di Dio. E tali eravate alcuni di voi; ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e mediante lo Spirito del nostro Dio.”
Il Vangelo della grazia di Dio è capace di affrontare e invertire il quadro della depravazione che si è stabilito nella società attuale. Questa è l’incoraggiante promessa del Signore: “se il mio popolo, sul quale è invocato il mio nome, si umilia, prega, cerca la mia faccia e si converte dalle sue vie malvagie, io lo esaudirò dal cielo, gli perdonerò i suoi peccati, e guarirò il suo paese” (2Cronache 7:14).
Come discepoli di Cristo, chiamati ad essere sale e luce, non possiamo stare in silenzio, poiché siamo portatori della buona novella che redime e cura! Compiamo la nostra missione!
Autore: Rev. Eneziel Peixoto de Andrade
Articolo originale: https://didaque.com.br/blogs/blog-o-reino/a-cura-da-depravacao-humana
Traduzione Paini Alessia @FedeRiformata.com
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