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Immagine del redattorePaul Akin

Usa le tue parole | Prima lettera di Pietro


L’enfasi sulla buona condotta e sul “testimoniare senza parole”, in 1Pietro, potrebbe portare alcuni a presumere che la testimonianza verbale non fosse una priorità per Pietro, e per la testimonianza dei primi cristiani in Asia Minore. Al contrario, Pietro, l’apostolo che predicò il Vangelo a migliaia di persone nel giorno della Pentecoste (Atti 2), dimostra nella sua prima lettera che la proclamazione verbale del Vangelo è centrale per la testimonianza cristiana e la missione nel mondo. Tom Schreiner scrisse: “La dichiarazione della lode di Dio include l’adorazione e l’evangelizzazione, la diffusione della buona notizia delle meraviglie salvifiche di Dio per tutti i popoli”.

È imperativo che i cristiani di tutto il mondo comprendano correttamente non solo la natura missionaria della propria identità e stile di vita, ma anche il messaggio critico del Vangelo che devono spiegare mentre vivono nel mezzo di un mondo non cristiano. Dean Flemming scrisse: “Abbiamo visto che Pietro si concentra sul fare la testimonianza per mezzo della vita etica… Questo non significa, tuttavia, che la testimonianza verbale non svolga alcun compito nella missione cristiana. Di fatto, la testimonianza della parola e della vita sono inseparabili in 1 Pietro”.

In altre parole, Pietro enfatizza in punti strategici nel corso di questa lettera che coloro che sono nati di nuovo per una speranza viva non possono restare in silenzio.

Il ruolo della proclamazione verbale: 3 volte in cui è menzionato

Pietro menziona in modo esplicito almeno tre volte la natura e il ruolo della proclamazione verbale nella missione cristiana nella sua lettera.

1. Pietro fa riferimento alla spiegazione iniziale del Vangelo che i lettori originali di questa lettera avevano ricevuto e che portò alla loro salvezza. Pietro scrive:

E fu loro rivelato che non per se stessi, ma per voi, amministravano quelle cose che ora vi sono state annunciate da coloro che vi hanno predicato il vangelo, mediante lo Spirito Santo inviato dal cielo: cose nelle quali gli angeli bramano penetrare con i loro sguardi.” (1Pietro 1.12)

Pietro allude al fatto che fu il Vangelo proclamato a questi credente nell’Asia Minore a cambiare finalmente le loro vite. Inoltre, il linguaggio che Pietro usa intenzionalmente non descrive una conversazione casuale o passiva, ma la proclamazione attiva e intenzionale della buona notizia.

Tony Seland sostiene che “l’uso di questo verbo qui è cruciale, essendo il termine più importante negli scritti del Nuovo Testamento per proclamare il messaggio di Gesù Cristo: εὐαγγελίζω (euangelízō) non significa semplicemente parlare e predicare; è la proclamazione con piena autorità e potere… uno dei termini più comuni tra i primi cristiani per denotare la propagazione del Vangelo”.

L’enfasi di Pietro sull’evangelizzazione all’inizio della lettera si concentra su una presentazione chiara e articolata della buona notizia del Vangelo di Gesù Cristo. Fu l’annuncio del Vangelo a portare cambiamenti e trasformazioni genuine nella vita di questi primi cristiani dell’Asia Minore.

2. Pietro sottolinea la necessità e il dovere dei cristiani di proclamare continuamente il Vangelo nel mondo. Incorporando immagini ed espressioni significative dell’Antico Testamento, Pietro scrive: “Ma voi siete una stirpe eletta, un sacerdozio regale, una gente santa, un popolo che Dio si è acquistato, perché proclamiate le virtù di colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua luce meravigliosa” (1Pietro 2.9). Pietro afferma che tutti i cristiani hanno la responsabilità di parlare della maestà e dello splendore di Dio.

Coloro che sono stati trasformati e modellati dal Vangelo non possono smettere di parlare e condividere il Vangelo. Flemming sostiene che “l’annuncio missionario, dunque, fluisce dall’identità della chiesa come un santo sacerdozio (2P2.9), e si associa con il tipo di condotta etica che attrae coloro che stanno al di fuori della sfera della grazia di Dio. La testimonianza della parola è sposata con la testimonianza della vita.”

Donald Senior aggiunse che: “la missione cristiana è quella di proclamare pubblicamente al mondo le ‘grandi opere’ di Dio, ovvero, gli atti di salvezza che hanno dato la vita ai cristiani.”

Era cruciale che la testimonianza dei primi cristiani in 1Pietro consistesse in una proclamazione chiara e convincente del Vangelo.

3. Pietro descrive la necessità dei cristiani di essere pronti a dare spiegazioni e ad impegnarsi in una difesa apologetica del Vangelo con qualsiasi persona e con la società. Pietro scrive:

Glorificate il Cristo come Signore nei vostri cuori. Siate sempre pronti a render conto della speranza che è in voi a tutti quelli che vi chiedono spiegazioni.” (1Pietro 3.15)

Il fulcro di questo passaggio di Pietro è la necessità di una testimonianza verbale che spieghi la speranza che i cristiani hanno grazie a ciò che Gesù realizzò sulla croce e nella resurrezione. Seland scrisse che: “I cristiani di 1Pietro sono esortati ad avere un ruolo molto più attivo nella società riguardo alla loro fede. Oltre ai testi trattati sopra, l’enfasi apologetica di 1P 3.15 è un altro forte indicativo di questo atteggiamento missionario.”

Vivere uno stile di vita diverso dalla cultura generale porterà inevitabilmente a domande e richieste da parte della società. Di conseguenza, i cristiani devono essere capaci di dare una testimonianza verbale, una difesa e una risposta a coloro che chiedono dei comportamenti e dei credi distinti e contrastanti con i loro. Eckhard Schnabel scrisse che: “Il termine apologia (ἀπολογία) [in 1P 3.15] significa che essi devono essere pronti a dar conto del fondamento oggettivo della propria fede e identità cristiana.”

I cristiani ai quali Pietro sta scrivendo, a causa delle loro vite trasformate e della presenza missionaria, devono essere in grado di parlare e rispondere direttamente alle domande riguardanti la loro identità e stile di vita come coloro che sono in Cristo.

Usa le parole

Per riassumere, il messaggio che i cristiani di tutto il mondo devono proclamare è quello del Vangelo di Gesù Cristo. La testimonianza verbale e la proclamazione del Vangelo devono accompagnare le buone opere e la condotta dei cristiani nel vivere e parlare del Vangelo a coloro che hanno intorno. I cristiani si trovano al mondo proprio perché hanno un messaggio di speranza da annunciare.

Inoltre, l’identità missionaria e lo stile di vita delle buone opere incorporate dai cristiani servono da stimolo e suscitano la curiosità e le domande spirituali del mondo che assiste. Le esortazioni evangelistiche di Pietro per i primi cristiani dell’Asia Minore sono applicabili a tutti i cristiani del mondo, oggi. La condivisione del Vangelo fu fondamentale per il messaggio di Pietro, e dev’essere centrale nelle nostre vite, poiché incorporiamo e spieghiamo la speranza che abbiamo in Cristo.

Paul Akin

Professore del The Southern Baptist Theological Seminary.

Articolo originariamente postato nel blog del The Southern Baptist Theological Seminary, 2019 © tradotto in portoghese per Ministerio Reformai da Elnatan Rodrigues https://reformai.com/proclame-o-evanelho-e-use-palavras/

Traduzione italiana Paini Alessia @FedeRiformata.com

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