Figlio di Edmund e Elizabeth Carey, William Carey nacque in un’umile baita nell’Agosto del 1761, nel piccolo villaggio di Paulerspury, nel Northamptonshire, in Inghilterra. A Piddington, a 14 anni, William imparò l’arte del calzolaio.
Oltre al fatto di essere nato in una famiglia anglicana, la sua prima identificazione con la fede genuina fu attraverso il suo collega di lavoro, John Warr, figlio di un disertore della chiesa statale. Nel 1779, a 18 anni, nacque di nuovo, quando ancora si identificava con la chiesa ufficiale d’Inghilterra, e si unì ad una piccola chiesa battista. Presto iniziò a prepararsi a predicare. Aumentò le proprie conoscenze diventando poliglotta, padroneggiando le lingue latina, greca, ebraica, italiana, francese e olandese, oltre a diverse scienze. Così, a poco a poco, capì che il mondo andava ben oltre le isole britanniche e sentì, come un vero credente dovrebbe sentire, la perdizione di un’umanità senza un Salvatore.
Nel Giugno del 1781, si sposò con la giovane Dorothy Placket, dalla quale ebbe cinque figli. Nel 1775, fu coinvolto nel risveglio religioso nato dai messaggi di John Wesley e George Whitefield. Oltre ad essere battezzato da bambino, William Carey sentì la necessità di confessare pubblicamente la propria fede. Fu dunque battezzato in acqua il 5 Ottobre 1783 dal Pastore John Ryland. Nel 1787, fu consacrato e iniziò a predicare sulla necessità missionaria nel mondo, e non solo in Inghilterra. Siccome i membri della sua congregazione erano poveri, Carey dovette continuare a lavorare per guadagnarsi da vivere.
Nel suo piccolo negozio appese una mappa mondiale fatta con le sue mani. In questa mappa, incluse tutte le informazioni che aveva a disposizione: popolazione, flora, fauna, caratteristiche indigene, ecc. Mentre lavorava, la guardava, pregava, sognava e agiva! Fu così che la chiamata di Dio nella sua vita si fece sempre più forte. La denominazione di cui Carey faceva parte si rivelò di una grande decadenza spirituale. Quando provò ad introdurre il tema delle missioni in un incontro di ministri, fu ripreso dal venerabile presidente John Ryland, che gli disse: “Giovane, siediti. Quando Dio deciderà di convertire i pagani, lo farà senza il mio e senza il tuo aiuto.” Ma Carey continuò la sua propaganda pro-missioni estere e, prendendo come base Isaia 54:2, predicava sul tema: “Aspettati grande cose da Dio; metti in pratica il tuo talento per Dio.”
Il risultato fu che un gruppo di 12 pastori battisti, riunitisi nella casa di Wallis, formarono la Società Missionaria Battista, il 2 Ottobre 1792. Carey si offrì per essere il primo missionario. Attraverso la testimonianza del Dr. Thomas, missionario e medico che lavorò per anni a Bengali, in India, William Carey ricevette la conferma della sua chiamata il 10 Gennaio del 1793.
Nonostante Carey fosse sicuro della propria chiamata, sua moglie si rifiutò di lasciare l’Inghilterra. A causa di questo soffrì molto. Fu deciso, dunque, che solo il figlio più grande, Felix, lo avrebbe accompagnato in India. Oltre a questo, un altro problema che sembrava impossibile da risolvere, era il divieto di svolgere missioni in India. In tali circostanze era inutile chiedere il permesso di entrare in India, eppure riuscirono a imbarcarsi senza documenti il 4 Aprile 1793. In attesa sull’Isola di Wright dell’altra nave che li avrebbe condotti in India, il comandante rifiutò di farli imbarcare senza il permesso necessario. Con lacrime agli occhi e cuore aperto, William Carey vide la sua nave partire e allontanarsi. Il suo viaggio missionario in India sembrava essersi già concluso. Tuttavia, ogni cosa era sotto il controllo di Dio.
Rientrando a Londra, la società missionaria riuscì a guadagnare i soldi necessari a comprare il biglietto per un viaggio a bordo di una nave danese. Ancora una volta, Carey pregò sua moglie affinché lo accompagnasse. Lei continuò a rifiutarsi e, salutandolo una seconda volta, disse: “Se io avessi il mondo intero, darei felicemente tutto per avere il privilegio di venire con te con i nostri figli; ma il mio senso di dovere sovrasta ogni altra considerazione. Non posso tornare indietro senza sensi di colpa nell’anima mia.”
Mentre si preparava per partire, uno degli amici che avrebbe viaggiato con Carey, il Dr. Thomas, parlò con Dorothy, la moglie di William Carey, e lei miracolosamente decise di accompagnarlo. Quanta gioia provò William, nel vedere sua moglie e i suoi figli con le valigie pronte per il viaggio. Adesso capiva il motivo per cui il primo viaggio non era andato a buon fine.
Dio commosse il cuore del comandante della nave, che permise a tutta la famiglia di viaggiare senza pagare il biglietto. Alla fine, il 13 Giugno 1793, a bordo della nave Kron Principessa Maria, William Carey lasciò l’Inghilterra per l’ultima volta, salpando verso l’India con la sua famiglia dove, in condizioni difficili e oppositive, lavorò per 41 anni. Nel corso del viaggio in nave apprese abbastanza bene il Bengali e, sbarcando, poteva già comunicare con il popolo.
William Carey non era dotato di un’intelligenza superiore né di qualsiasi dono che lo rendesse diverso dagli altri uomini. Tuttavia è nel suo carattere persistente, nel suo spirito indomito e inconquistabile, che lo portava a finire tutto ciò che iniziava, che vediamo il segreto del meraviglioso esito della sua vita. Nonostante non avesse ricevuto una buona educazione nella sua infanzia, arrivò ad essere uno degli uomini più eruditi del mondo, studiando il sanscrito e altre lingue orientali. Le sue grammatiche e i suoi dizionari sono usati anche al giorno d’oggi.
Due missionari si unirono a William Carey nel 1799, William Ward e Joshua Marshman. Insieme, fondarono 26 chiese, 126 scuole con 10.000 alunni, tradussero le Scritture in 44 lingue, produssero grammatiche e dizionari, organizzarono la prima missione medica in India, seminari, scuole per ragazze, e il giornale in lingua Bengali. Oltre a questo, William Carey fu responsabile per l’eradicazione del suttee (sati), l’abitudine di bruciare viva la vedova insieme al corpo del marito defunto. Svolsero vari esperimenti agricoli, fondarono la Società dell’Agricoltura e Orticultura in India nel 1820; fondarono la prima impresa, una fabbrica di carta e motori a vapore; tradussero la Bibbia in sanscrito, bengali, marathi, telegu e nelle lingue dei Sikh. Nel 1800, William Carey battezzò il primo induista convertito al Vangelo.
Fu calcolato che William Carey tradusse la lingua per un terzo degli abitanti del mondo. Alcuni missionari, nel 1855, introducendo il Vangelo in Afghanistan, videro che l’unica versione compresa dal popolo era quella in lingua pashtu, creata a Serampore da Carey.
Per più di trent’anni, William Carey fu professore di lingue orientali nel College di Fort Williams. Fondò, inoltre, il Serampore College per insegnare agli operai. Sotto la sua guida, il college prosperò, colmando un grande vuoto nell’evangelizzazione del paese. I suoi sforzi ispirarono la fondazione di altre missioni, tra cui: l’Associazione Missionaria di Londra, nel 1795; l’Associazione Missionaria in Olanda, nel 1797; l’Associazione Missionaria Americana, nel 1810; l’Unione Missionaria Battista Americana, nel 1814.
Il mattino del 9 Giugno 1834, l’India disse addio al grande padre delle missioni, ed i cieli diedero il benvenuto ad un servo fedele! Carey morì all’età di 73 anni, rispettato dal mondo intero, come padre di un grande movimento missionario. Quando era giunto in India, gli inglesi gli avevano negato il permesso di sbarcare. Per la sua morte, tuttavia, il governo fece issare bandiere a mezz’asta in onore di un eroe che fece di più per l’India di qualsiasi generale britannico. Grande fu il contributo di William Carey per il Regno di Dio, e grande sarà la sua ricompensa.
Pereira Neto
blogger di Reforma e Avivamento
Articolo originale: http://reformaeavivamento.blogspot.com/2011/12/missoes-william-carey.html
Traduzione Paini Alessia @FedeRiformata.com
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