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Catechismo di Heidelberg: storia e influenza


In questo articolo troverete:

-introduzione

-storia

-contributori (Ursino e Oleviano)

-reazioni

-caratteristiche

-influenza


Una delle principali caratteristiche della Riforma Protestante del XVI secolo fu la produzione di un gran numero di dichiarazioni dottrinarie sotto forma di confessioni e catechismi. Queste dichiarazioni furono risultato di necessità sia teologiche che pastorali, perché i nuovi gruppi dovevano definire la propria identità in un ambiente religioso, culturale, sociale e politico complesso. Mark Noll osserva che questo fenomeno è tipico della Riforma, poiché il termine “confessione”, nel suo significato più comune, designa le dichiarazioni formali della fede cristiana scritte specialmente dai protestanti, sin dall’inizio del movimento. [1]


Nonostante tali documenti siano normalmente classificati come confessioni e catechismi, è importante ricordare che i catechismi sono a loro volta confessioni di fede. La distinzione è formale, poiché i catechismi sono semplicemente “dichiarazioni di fede scritte sottoforma di domande e risposte, che all’epoca della Riforma frequentemente servivano gli stessi propositi delle confessioni formali”. [2]


Il ramo riformato del protestantesimo fu prodigo nella produzione di tali documenti, in particolare nel periodo tra il primo catechismo di Giovanni Calvino, Il Catechismo di Ginevra (1537), e i catechismi di Westminster (1648). Una delle più straordinarie dichiarazioni di fede scritte in quel periodo fu il famoso Catechismo di Heidelberg, anche conosciuto come Heidelberger, il più importante documento confessionale della Chiesa Riformata tedesca.

L’obiettivo del presente articolo è riflettere sulla singolarità di questo documento, tanto in ciò che dice riguardo alle circostanze storiche che condussero alla sua preparazione, che riguardo alla natura eccezionale del suo contenuto e del suo contributo alla chiesa. Come evidenziato da Karl Barth, il Catechismo di Heidelberg derivò dalle necessità immediate della vita di una chiesa in particolare [3]. Alla fine, tuttavia, esso divenne la più ecumenica delle confessioni di fede protestanti. Questo studio approfondirà gli antecedenti storici del catechismo, i due uomini più associati alla sua preparazione, le sue principali caratteristiche e la sua influenza duratura.


Antecedenti storici

Fu in particolar modo nel decennio del 1560 che il protestantesimo riformato giunse alla Renania. [4] Mentre il luteranesimo affrontava divisioni interne, la tradizione riformata svizzera avanzò in stati anteriormente luterani. I leader del movimento erano tedeschi che erano stati ispirati da Zurigo e Ginevra, ma che stabilirono le proprie guide. Per alcuni, questo era il passo successivo al Filippismo (luteranesimo moderato) in direzione di un’ampia ristrutturazione del culto e della disciplina. Questo movimento è stato a volte chiamato “seconda riforma”. [5]


Nelle città-stato del Basso Reno, il movimento ebbe inizio attraverso pressioni congregazionali. Inoltre, nella decade del 1540, dei rifugiati olandesi iniziarono a giungere nel Basso Reno, e questo flusso di immigrati divenne sostanziale in seguito alla repressione del Duca d’Alba nel 1567. In altre zone, i cambiamenti religiosi furono promossi dagli stessi governanti.


La riforma di Strasburgo, sotto il comando di Bucer (morto nel 1551), aveva già manifestato caratteristiche riformate. Calvino aveva lavorato lì (1538-41), ed era conosciuto da molti in quella regione. Nel decennio del 1550 Strasburgo divenne estremamente luterana e anti-calvinista.


Il Palatinato Renano, o Basso Palatinato, fu il primo ed il più importante stato ad essere coinvolto nel nuovo movimento. Lutero aveva visitato Heidelberg nel 1518; in quell’epoca, Bucer, al tempo un giovane dominicano, abbracciò la causa protestante. Heidelberg adottò il luteranesimo sotto Frederico II nel 1545-46. Tuttavia, durante la maggior parte del ventennio seguente, una serie di conflitti causò turbolenze nella vita della città. [6]

Sotto la guida di Ottenrico (1556-59), il Basso Palatinato adottò un luteranesimo moderato che tollerava zuinglianesimo e calvinismo. Tuttavia, alla fine del decennio del 1550, ci fu un grave conflitto nell’Università di Heidelberg, nel quale gli estremisti luterani attaccarono le persone di stampo melanchtoniano e riformato, ed introdussero forme di culto viste come idolatriche dai loro opponenti. L’intolleranza anti-calvinista dispiacque molto a Ottenrico, e al suo successore Federico III (1559-76).


L’Elettore Federico fu particolarmente infastidito da un’aspra controversia riguardo alla Cena del Signore avvenuta nel 1560. Un pastore luterano ed un diacono calvinista discussero violentemente di fronte ai cittadini riuniti per una celebrazione domenicale della Cena del Signore. Frederico bandì i due antagonisti e tentò di intraprendere un cammino migliore. Egli era un uomo sinceramente religioso e intelligente, che era stato convertito al luteranesimo dalla sua sposa. Egli affrontò spesso i punti controversi del culto e della dottrina. La sua repulsione nei confronti delle cerimonie elaborate fecero sì che egli divenisse incline al calvinismo. Era sempre più difficile mantenere il luteranesimo liberale del suo predecessore, ora che Melanchton era morto (Aprile del 1560).


Dopo un dibattito di cinque giorni avvenuto ad Heidelberg (Giugno 1560), nel quale le dottrine calviniste furono presentate in maniera convincente, Frederico iniziò a prendere provvedimenti per adottare il calvinismo. In Agosto, i religiosi che non volevano accettare la Confessione Augustana Variata (1541), furono costretti a ritirarsi.


Nel Gennaio del 161, una conferenza di principi realizzata a Naumburg separò luterani e calvinisti in modo ancora più drammatico, e il reggente passò a promuovere il calvinismo nei suoi domini. In realtà, si trattava di un calvinismo marcato da un’influenza melanchtoniana. [7]


Federico necessitava di teologi che potessero lavorare insieme. Egli incontrò un duo notevole in Zaccaria Ursino e Caspar Oleviano, talentuosi teologi di orientazione svizzera, entrambi con meno di 30 anni. Ursino fu nominato professore di teologia; aveva iniziato la sua educazione teologica con Melanchton, ma aveva studiato anche personalmente con Calvino. Oleviano era un protestante riformato francese che a sua volta aveva studiato con Calvino e apprezzava gli scritti di Melanchton. Egli divenne pastore della principale chiesa di Heidelberg.


Noll commenta che “insieme, essi formarono una squadra di rara compatibilità […]. Entrambi erano ansiosi di lavorare insieme per poter creare un fronte protestante comune. Ed entrambi avevano il dono del discernimento pastorale.” [8] I loro nomi rimasero permanentemente associati al prodotto più influente del movimento riformato tedesco: il Catechismo di Heidelberg, pubblicato il 19 Gennaio del 1563.


I Contributori:


Zaccaria Ursino

Zaccaria Ursino (1534-1583) nacque nella città Slesia di Breslavia (oggi in Polonia). Suo padre era un uomo di risorse modeste, ma Zaccaria ricevette un’eccellente educazione preparatoria grazie alle sue connessioni e all’appoggio di un benefattore, il Dr. Johann Crato, il medico della famiglia.

Nella sua gioventù, Ursino fu grandemente influenzato dal suo pastore, Miobano, un luterano con tendenze calviniste. Ursino passò quasi sette anni a Wittenberg (1550-57), sotto la guida di Filippo Melanchton (italianizzato Melantone), al quale fu molto legato. Lì studiò logica, dialettica e teologia.

Quando Melanchton partecipò al Colloquio di Worms (1557), portò Ursino con sé. Alla fine dell’incontro, Ursino passò dieci giorni a Heidelberg con l’Elettore Ottenrico. Nel 1557-58 andò in Svizzera e in Francia in un viaggio di studio, e visitò tutte le figure più conosciute che riuscì, tra cui anche Calvino. Poco dopo essere rientrato a Wittenberg, fu chiamato per insegnare nella sua città natìa, ma dovette andarsene nell’Aprile 1560 a causa di una controversia riguardo alla Cena del Signore. Egli andò dunque a Zurigo, dove Pietro Martire lo condusse ad un calvinismo esplicito.

“A 27 anni, Ursino era uno studioso altamente preparato, apprezzatore dei classici e della poesia, e familiarizzato con tutto il campo della teologia.” [9] Egli andò ad Heidelberg nel Settembre del 1561. Con la reazione luterana che seguì la morte di Federico III, si spostò a Neustadt, dove passò gli ultimi cinque anni della sua vita insegnando nella scuola fondata da Giovanni Casimiro.

Similarmente a Calvino, Ursino era uno studioso che aveva la modesta ambizione di condurre una vita tranquilla; tuttavia, la sua posizione ad Heidelberg rese questo impossibile. [10] Il consiglio affisso alla sua porta a Neustadt basta per rivelarne la personalità: “Amico mio, chiunque tu sia, rendi breve la tua visita, vattene o aiutami con il mio lavoro.” [11]

Ursino sostenne sempre di appartenere alla chiesa evangelica. Derk Visser osserva che “egli non può essere categorizzato come appartenente a nessuna scuola o movimento, se non alla chiesa evangelica.” [12] Egli era sempre ansioso di trovare formule conciliatorie e lottò con sincerità per la pace teologica.

Zaccaria Ursino scrisse o editò alcune delle opere più fondamentali della Chiesa Riformata Tedesca. L’esposizione più sistematica ella sua teologia può essere trovata nel suo commentario al Catechismo di Heidelberg. Peter A. Lillback argomenta che un altro contributo che egli diede alla teologia riformata fu “la prima presentazione chiaramente articolata del patto d’opere, che Ursino denominò ‘patto della creazione’, o ‘patto della natura’.” [13]


Caspar Oleviano

Kaspar von Olewig (1536-1587) nacque a Treviri, alla frontiera di Lussemburgo. Suo padre era il cuoco dell’associazione dei fornai della città. Il giovane Oleviano frequentò scuole cattoliche; a quattordici anni andò a Parigi e, più tardi, come Calvino, studiò diritto ad Orléans e Bourges (1550-57). Quando era a Bourges, conobbe il futuro Elettore tentando, invano, di salvare il figlio di Federico mentre affogava. Durante quegli anni fu influenzato da studiosi ugonotti e divenne calvinista. [14]

Dopo la sua formazione, Oleviano studiò con vari leader protestanti in Svizzera (Pietro Martire, Beza e Calvino), e fu incentivato a tornare a Treviri. Non esisteva alcuna chiesa protestante nella città. Oleviano insegnò per un anno e mezzo nell’accademia locale, e nell’Agosto del 160 predicò un sermone elettrizzante nel quale attaccò la messa, il culto dei santi, le processioni e altre pratiche cattoliche. Egli supplicò il popolo affinché osservasse gli insegnamenti della Scrittura. Due mesi dopo fu catturato insieme al prefetto e ad altre persone che lo appoggiavano.

Federico mandò immediatamente degli ambasciatori a Treviri, e ottenne il suo rilascio. Oleviano andò ad Heidelberg il 22 Dicembre 1560, e divenne pastore della Chiesa di San Pietro, oltre che professore nella scuola di teologia. McNeill commenta: “Egli era di due anni più giovane di Ursino, più eloquente e meno erudito.” [15]


La produzione di Heidelberg

Ursino e Oleviano lavorarono nel Collegio della Sapienza, scuola teologica fondata da Federico. Oleviano lavorava principalmente come predicatore, e Ursino come professore.

Federico III desiderava avere un catechismo conciliatore, che potesse racchiudere il meglio della conoscenza luterana e riformata, e che servisse ad istruire le persone comuni sugli elementi di base della fede cristiana. [16] In precedenza, egli aveva cercato il consiglio di Melanchton, che aveva raccomandato un accordo basato sulla semplicità biblica, sulla moderazione e sulla pace, e che lo aveva messo in guardia sulle sottigliezze scolastiche.

L’esatta identità degli autori del Catechismo di Heidelberg è una questione controversa. Joseph H. Hall dichiara che Ursino ne fu la principale “fonte” assieme a Oleviano, ma “la vera identità degli autori del Catechismo di Heidelberg rimane inconclusiva.” [17] Barth a sua volta disse che “il catechismo non è opera di un autore; è opera di una comunità.” [18] Ammette comunque che i due teologi dovevano aver avuto una partecipazione decisiva nel progetto.


Riguardo ad Oleviano, Lyle Bierma osserva che la storiografia degli ultimi 350 anni lo ha legato almeno a due fasi dell’opera: la redazione delle bozze iniziali e la redazione finale della prima edizione tedesca. [19] Egli crede anche che il ruolo di Oleviano fu quello di redattore intermediario, che aveva preparato una bozza del testo tedesco basato in gran parte sulla Catechesi Minore di Ursino (1562), per poi presentarne la bozza ad un gruppo maggiore di teologi e pastori per l’elaborazione finale. [20]


Il catechismo fu pubblicato inizialmente con il titolo di Catechismo o Istruzione Cristiana, e fu trasmesso nella Chiese e Scuole del Palatinato Elettorale. [21] Questioni controverse come la Cena del Signore furono evitate e il concetto calvinista della predestinazione fu presentato in una forma più moderata.


Un’edizione latina pubblicata nel 1563 fu utilizzata come base per le varie traduzioni in lingua inglese. Il Catechismo Palatino, come era chiamato, ottenne un’ampia accettazione in Scozia. La sua approvazione dal Sinodo di Dort (1618) aumentò grandemente il suo valore.



La reazione a Heidelberg

Il catechismo ottenne rapidamente un’approvazione formale in praticamente tutte le chiese calviniste. “Esso divenne immediatamente popolare in quelle parti della Germania che erano inclinate in direzione riformata, ed ebbe un certo successo persino in alcune aree luterane, nei due decenni seguenti…” [22]


Federico resistette a tutte le pressioni degli altri principi e dell’Imperatore Massimiliano, che chiedevano il ripudio del catechismo. Nel Maggio del 1566 fu convocato per dare spiegazioni di fronte alla dieta imperiale riunita ad Asburgo, con l’accusa di aver violato il Trattato di Asburgo (1555). In virtù della sua difesa eloquente e convincente, nessun’azione punitiva fu presa, ed egli tornò ad organizzare più pienamente la chiesa palatina, al fine di darle sicurezza e stabilità.


L’Elettore seguente, Luigi VII (1576-83), figlio di Federico, agì con l’intenzione di abolire la Chiesa Riformata, e ristorare il luteranesimo puro. Circa 600 tra pastori e professori furono espulsi, tra i quali Oleviano, che andò a Nassau-Dillenburg, e Ursino, che si rifugiò nella corte dell’Elettore Giovanni Casimiro. Casimiro fu successore di suo fratello, e rinstaurò il calvinismo. Più tardi, Federico IV (1592-1610) continuò a favorire la Chiesa Riformata e a rafforzare la sua organizzazione. [23]


L’importanza del Catechismo di Heidelberg come guida per la vita cristiana è evidenziata dalle sue numerose edizioni e traduzioni. Solo durante l’ultimo decennio del XVI secolo, 43 tra edizioni e traduzioni vennero alla luce. In tutto, più di 200 versioni sono state identificate.[24]


Il Catechismo ebbe l’influenza maggiore in Olanda. Intorno al 1589 i ministri della chiesa protestante olandese dovevano adottarla per esprimere la propria fede, ed esso divenne la base della “predicazione catechetica” settimanale, tanto in Olanda quanto in Germania.



Principali caratteristiche

Il Catechismo di Heidelberg si è distinto come la più bella tra le confessioni di fede prodotte dalla Riforma Protestante, e la più generosa e personale esposizione del calvinismo.

Si tratta di una confessione costituita da 129 domande e risposte, in una sequenza basata sulla Lettera ai Romani. Le prime due domande sono introduttorie. La prima domanda, “una gioia di confessione esistenziale”, [25] stabilisce il contenuto del documento, e la seconda domanda delinea ciò che segue: “il mio peccato e miseria”, “come io sono redento”, e “come devo essere grato”.


Il documento si divide in tre parti principali:

- La prima parte [Il nostro peccato e la nostra colpa: la Legge di Dio (domande 3-11)] è una confessione di peccaminosità umana, e del dispiacere di Dio.

- La seconda parte [La nostra redenzione e libertà: la Grazia di Dio in Gesù Cristo (domande 12-85)] rivela il piano di redenzione ed include un’esposizione del credo apostolico.

- La terza parte [La nostra gratitudine e obbedienza: la Nuova Vita attraverso lo Spirito Santo (domande 86-129)

] presenta la gratitudine obbediente come il fondamento delle buone opere, e include un’esposizione dei Dieci Comandamenti e della Preghiera Domenicale. Questa sezione vede la vita cristiana come una risposta di gratitudine del credente alle benedizioni di Dio. Il Catechismo costituisce un “piccolo classico della vita devozionale.” [26]

Gli studiosi hanno distinto alcune altre caratteristiche che rendono questo documento particolarmente speciale:

a. L’utilizzo della prima persona, molte volte al singolare che “conferisce alla sua testimonianza un tono caloroso e personale.” [27] Un buon esempio si trova nella prima domanda: “Qual è la tua unica consolazione, nella vita e nella morte?” Risposta: “Che io appartengo corpo e anima, nella vita e nella morte, non a me stesso, ma al mio fedele Salvatore, Gesù Cristo…”; e la definizione di fede incontrata nella risposta alla domanda 21: “Non è solamente una certezza sicura con la quale accetto come vero tutto ciò che Dio ci ha rivelato nella Sua Parola, ma è anche la certezza piena di ciò che lo Spirito Santo crea in me attraverso il Vangelo…”

b. È la più ecumenica tra le confessioni della Riforma, unendo tre correnti di pensiero riformato. Inoltre, è esente da definizioni dogmatiche ed è notevolmente non-settaria. [28] La domanda 80, sulla differenza tra la Cena del Signore e la Messa, fu inserita dall’Elettore Federico dopo la prima stampa.

c. Ha un carattere interamente biblico; tutta la sua struttura ha come modello la prospettiva biblica. Il Catechismo lascia che la Bibbia parli, e non desidera sostituirla.

d. Nella sua posizione teologica, il catechismo è cristiano, evangelico e riformato, essendo pienamente radicato della tradizione degli apostoli e dei concili ecumenici della chiesa antica. [29]

e. Il catechismo è un manuale di religione pratica. Invece che sollevare problemi speculativi, la fede cristiana è presentata in maniera pratica, sottolineandone l’importanza per la vita di ogni giorno. Fu concepito per essere allo stesso tempo una guida per l’istruzione religiosa dei bambini e dei giovani, ed una confessione per tutta la chiesa. [30]

Bela Vassady commenta che il Catechismo di Heidelberg ha compiuto un proposito quadruplo: catechetico, teologico, liturgico e kerigmatico. “Esso combina felicemente l’enfasi sulla necessità umana di salvezza con una testimonianza ancora più forte del trionfo della grazia e della gloria di Dio nella Sua continua opera di redenzione.” [31]


Altri temi importanti sono la sua enfasi sulla bontà e sulla provvidenza di Dio, la sua forte preoccupazione soteriologica e la sua insistenza su una “interiorità che non si trasforma in mera soggettività.” [32] Joseph Hall commenta che “il Catechismo di Heidelberg si presta ad una pedagogia olistica. Esso contiene domande cognitive con risposte devozionali.” [33] Questo aspetto può essere visto nelle domande e nelle risposte riguardanti la Preghiera Domenicale (119-129).


Per finire, come tante altre dichiarazioni di fede riformate, l’insegnamento sui Dieci Comandamenti viene dopo un’esposizione del Credo Apostolico (nelle dichiarazioni di Lutero avviene il contrario). Queste posizioni non sono antitetiche, ma puntano ad un’enfasi differente: la Legge come parte del gioioso servizio del credente a Cristo (enfasi riformata) o come forza che spinge il peccatore a Lui (enfasi luterana).



Influenza che dura nel tempo

Per più di quattrocento anni, il Catechismo di Heidelberg è stato una fonte di conforto, incoraggiamento e nutrimento spirituale per molte generazioni di cristiani in vari continenti. Esso non solo ha ispirato uomini e donne che affrontano pressioni esterne e lotte interiori, ma è anche stato un potente incentivo al dialogo e all’accettazione mutuale tra differenti gruppi e tradizioni cristiane. Questo è stato possibile, da una parte, grazie alle circostanze peculiari che contribuirono alla sua composizione e, dall’altra, grazie al modo gioioso in cui i suoi autori espressero le antiche verità in modo che fossero rilevanti e significative per i propri contemporanei di quei giorni turbolenti.

Speriamo che le chiese riformate di questa fine del XX Secolo possano conoscere ed utilizzare nel modo migliore possibile questo valido elemento della nostra eredità evangelica.



Alderi Souza de Matos, ministro presbiteriano e storico ufficiale della IPB

Per le note dell’articolo, vi rimandiamo alla pagina originale: https://cpaj.mackenzie.br/o-catecismo-de-heidelberg-sua-historia-e-influencia/


Traduzione Paini Alessia @FedeRiformata.com

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